Bruxelles – Il Parlamento europeo appoggia il piano della Commissione per limiti nazionali alle emissioni più stringenti. Strasburgo ha approvato il testo che imporrà tetti alle emissioni di sei agenti tra cui i Nox, gli ossidi di azoto al centro dello scandalo Volkswagen, che vengono prodotti dai motori delle automobili ma anche dalle centrali termoelettriche. I deputati chiedono che la direttiva sui futuri National emission ceiling (NEC) includa tutti gli agenti proposti dalla Commissione, bocciata invece l’inclusione, chiesta durante la votazione in commissione Ambiente, del mercurio (Hg) dal 2020, per il quale ci si limita a richiedere un generico impegno a ridurre le emissioni.
“A poche settimane dalla conferenza di Parigi sul clima, Cop 21, il Parlamento ha inviato un segnale forte”, ha esultato la vicepresidente del gruppo dei Verdi Michèle Rivasi, che però si è detta “dispiaciuta che sul mercurio – potente neurotossina, causa di problemi neurologici – il Parlamento abbia seguito la Commissione, escludendolo dal regolamento”.
I tetti riguarderanno oltre all’ossido di azoto (NOx): il biossido di zolfo (SO2) prodotto principalmente dagli impianti energetici e trasporti non stradali, i composti organici volatili non metanici (COVNM) che derivano principalmente dall’utilizzo di solventi, pitture e agenti chimici e il particolato fine (PM, meno di 2,5 micrometri) prodotto principalmente da riscaldamenti, industria e trasporti. Approvati anche i limiti alle emissioni di metano (CH4) prodotto dai settori agricolo ed energetico e dai rifiuti, e di ammoniaca (NH3) prodotta anche questa soprattutto dal settore agricolo. “Per fortuna i deputati hanno respinto le pressioni della lobby agricola e hanno votato per non esonerare metano e ammoniaca. La ricerca mostra che gli inquinanti agricoli sono la prima causa di inquinamento atmosferico, anche nelle aree urbane, ed è cruciale che questo settore non sia stato lasciato fuori dai tetti”, ha dichiarato Bas Eickhout (Verdi).
Gli obiettivi saranno vincolanti e dovranno essere raggiunti tra il 2020 e il 2030 e per assicurare un percorso di riduzione efficace Strasburgo propone anche dei target di mid-term da raggiungere entro il 2025, anch’essi vincolanti per tutti ad eccezione del metano. I deputati chiedono poi che venga eliminata anche la flessibilità che l’esecutivo comunitario aveva immaginato consentendo agli Stati membri di compensare le riduzioni di ossidi d’azoto, biossido di zolfo e particolato dalle navigazioni internazionali, che anzi per i deputati dovrebbero essere ridotte
Il Parlamento avvierà ora i negoziati con il Consiglio Ue al fine di raggiungere un accordo in prima lettura, si spera per la fine dell’anno in modo da votare il testo definitivo in Plenaria nel 2016. Ma le trattative non saranno semplici visto che gli Stati, al contrario dell’Assemblea comunitaria, ritengono gli obiettivi troppo ambiziosi, particolarmente riguardo all’ammoniaca prodotta dal settore agricolo. Il Consiglio spingerà quindi per target più bassi e maggiore flessibilità e sembra voglia escludere del tutto il metano.
Un intervento è più che mai necessario. L’Agenzia europea per l’ambiente ha stimato che nel 2011, il particolato fine è stato responsabile di 430mila morti premature nell’Ue. I risultati mostrano che l’inquinamento atmosferico aumenta il rischio di una vasta gamma di malattie respiratorie, cardiovascolari e dell’insorgenza del cancro, con effetti sia a breve che a lungo termine.