Roma – Il progetto Erasmus “è una leva fondamentale e irreversibile per l’integrazione Europea”. Sono parole del ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, intervenuta all’incontro tra il commissario europeo per l’Educazione, Tibor Navracsics, e una platea di studenti. L’Ungherese concorda sull’importanza del programma europeo per gli scambi universitari, e stimolato dai ragazzi riconosce che sarebbe auspicabile “estenderlo anche ai licei e alle scuole secondarie”. Tuttavia, frena, l’estensione “richiederebbe molti fondi” e questo è “un problema difficile perché dovremmo parlarne con i ministri delle Finanze” dei 28, attualmente non molto propensi ad allargare i cordoni delle borse. “In futuro potremo fare di più”, è la vaga promessa del commissario.
Anche Giannini considera quello della mancanza di risorse uno scoglio difficile. “Non è immaginabile riuscire a garantire le risorse per dare a tutti l’opportunità” di fare una esperienza Erasmus, ha spiegato. Tuttavia, ha suggerito, “in Europa si potrebbe pensare di usare diversamente il budget” comunitario. Pur considerando “giusto dare molti fondi all’agricoltura”, il ministro ha rivolto una domanda al commissario: “il Piano Juncker e il budget europeo non possono puntare di più sulla mobilità degli studenti?”. Cambia l’interrogante ma non la risposta: “Dobbiamo fare di più – ha ammesso ancora Navracsics – ma dobbiamo parlarne con i ministri dell’Economia”.
Altro tema affrontato dagli studenti è il programma Garanzia giovani pensato per favorire l’ingresso nel mondo del lavoro, che nel nostro Paese procede a rilento, come denunciato da un 23enne che ha preso la parola per spiegare che il suo percorso è partito dopo oltre un anno da quando ha fatto richiesta. Il commissario ha spiegato che “le difficoltà sono comuni ai paesi del Sud Europa”, e che anzi “in Spagna, Portogallo e Grecia la situazione è anche peggiore che in Italia”. Giannini ha esonerato però Bruxelles da ogni responsabilità. “La lentezza di Garanzia giovani è una responsabilità italiana e non europea”, ha sottolineato, individuando nella “asfissia burocratica uno degli ostacoli maggiori”.