Bruxelles – Il nuovo pacchetto telecomunicazioni, che segna la fine del roaming dal giugno 2017, stabilisce anche norme sul diritto di accesso a internet. In particolare, per quanto riguarda la neutralità della rete la nuova legislazione obbligherà le imprese che offrono l’accesso a internet a trattare tutto il traffico dati in modo equivalente: non sarà consentito bloccare o rallentare la ricezione di contenuti, applicazioni o servizi offerti da aziende specifiche. Ad esempio sarà vietata la pratica per cui alcuni operatori tendono a rallentare la velocità di internet quando si effettuano telefonate da programmi come Skype, Viber o Whatsapp, riducendo così la qualità del servizio e spingendo gli utenti a telefonare in maniera tradizionale. “Grazie a questo accordo, l’Europa diventerà l’unica regione al mondo che garantisce giuridicamente un internet aperto e la neutralità della rete”, grazie a un “principio che sarà applicato direttamente nei 28 stati membri”, che garantirà “che non avremo internet a due velocità”, ha affermato la relatrice per l’Aula, Pilar del Castillo (Ppe). Il testo afferma anche che i provider di servizi internet dovranno fornire agli utenti una spiegazione chiara sulle velocità di download e upload che possono aspettarsi dal servizio, e ogni differenza evidente di questa velocità nel servizio darà diritto, se verificato dalle autorità nazionali di regolamentazione, a compensazioni come l’estinzione del contratto o l’ottenimento di un rimborso.
“Il nuovo pacchetto telecomunicazioni è presentata come una vittoria per i consumatori, mentre è proprio il contrario. Questo pacchetto rappresenta una vera minaccia per la neutralità della rete, un principio fondante della libertà di espressione e di informazione su Internet”, ha attaccato però per il gruppo dei Verdi, Pascal Durand, secondo cui “non solo neutralità della rete non è più menzionata, ma peggiore l’accordo consente ai service provider di Internet di introdurre ‘servizi speciali’ e impostare una gestione del traffico Internet, minacciando la neutralità della rete de facto”.
Il traffico su internet potrà essere comunque “gestito” ma solo per motivi temporanei ed eccezionali, tra cui tre eccezioni giustificate: per contrastare attacchi informatici, per prevenire congestioni della rete, o nel caso in cui intervenga una decisione di un tribunale. Tali misure dovranno essere “trasparenti, non discriminatorie e proporzionali” e non dovranno durare più del necessario, afferma il testo. Inoltre agli operatori sarà comunque permesso di offrire servizi specialistici come una migliore qualità internet necessaria per l’utilizzo di alcuni servizi come la tv in streaming, i servizi di videoconferenza o la telemedicina, ma solo a condizione che questo non abbia un impatto sulla qualità generale del traffico internet.
Alcuni tipi di discriminazioni di prezzo controverse, o servizi “ad aliquote zero” non sono state specificamente violate e questo, secondo uno studio del centro di ricerca del Parlamento europeo, “potrebbero dar luogo a casi di discriminazione”. In cosa consiste l’aliquota zero? Una volta che il cliente ha esaurito la propria quota di internet mensile su apparecchi mobili, il traffico generato per questi servizi verrebbe mantenuto, mentre gli altri sarebbero oggetto di blocchi o strozzature. Tra i servizi che a volte usano questa opzione ci sono i servizi cinema di Google, canali di tv in streaming come HBO, app musicali come Spotify e Deezer, ma anche WhatsApp, Facebook e Twitter, nonché i servizi cloud di diversi operatori. Consentire a questi servizi di funzionare anche a traffico scaduto costituirebbe quindi una violazione della concorrenza, e così Paesi Bassi e Slovenia sono stati questo testo in Consiglio perché hanno una normativa nazionale che è più avanzata e vieta questa pratica. Una normativa che ora è in pericolo.