Strasburgo – Addio per sempre alle tariffe roaming a partire dal 15 giugno 2017. Il Parlamento europeo ha dato il via libera definitivo al nuovo pacchetto telecomunicazioni che stabilisce anche nuove norme sul diritto di accesso a internet, la net neutrality.
“L’abolizione delle maggiorazioni per il roaming è stata a lungo attesa da tutti: la gente comune, le start-up, le Pmi e tutti i tipi di organizzazioni”, ha esultato la relatrice per l’Aula, Pilar del Castillo (Ppe), Il testo stabilisce anche che a partire dal 30 aprile 2016, le maggiorazioni del roaming non dovranno superare i 0,05 centesimi al minuto per le chiamate vocali, i 0,02 per ogni messaggio di testo e 0,05 centesimi per ogni Mb di navigazione su internet. “Finalmente”, ha dichiarato la relatrice ombra per il gruppo S&D, Patrizia Toia, “per l’Europa c’è un regolamento chiaro ed equilibrato, che abbatte i confini artificiali, e grazie al quale comunicheremo in tutta Europa come a casa”, e questo “porterà benefici alla crescita e alla competitività del settore”. Felice anche il presidente della commissione per le Politiche Ue della Camera del deputati, Michele Bordo (Pd), secondo “ si riporta equilibrio ed equità nel mercato delle telecomunicazioni”, eliminando “il peso economico di questa inutile ‘gabella’”.
Il pacchetto, approvato respingendo tutti gli emendamenti all’accordo raggiunto con il Consiglio Ue in prima lettura, non è piaciuto a tutti. “Cede ad un’abolizione del roaming ritardata e condizionata, in cui le compagnie telefoniche potranno scaricare i mancati profitti sulla maggioranza dei cittadini, compresi coloro che non lo utilizzano, non sanno cosa sia o non viaggino mai all’estero”, attacca Dario Tamburrano, del Movimento 5 Stelle, che critica anche il fatto che “le compagnie potranno d’intesa con le autority nazionali, fissare un tetto massimo di giorni di utilizzo del cellulare all’estero, oltre al quale il roaming tornerà magicamente a pagamento”.
La normativa ha previsto una clausola di “salvaguardi di utilizzo corretto”, che verrà definita dalla Commissione, allo scopo dichiarato di prevenire abusi come il “roaming permanente”, quella pratica per cui un cittadino potrebbe acquistare una carta Sim in un Paese che pratica tariffe inferiori, o se soggiorna stabilmente all’estero, continuare ad utilizzare un abbonamento del suo Paese di origine se più conveniente. Un’altra eccezione è prevista per quegli operatori che dimostreranno di non essere in grado di recuperare i loro costi, in quel caso le autorità nazionali di regolamentazione potrebbero autorizzare ad imporre maggiorazioni. Per del Castillo si tratta di una norma che si basa “sul buon senso”, in quanto ha spiegato “innanzitutto i flussi di movimento delle persone non sono omogenei, ma ci sono Paesi soprattutto al nord in cui si viaggia di più”, e ci sono quindi più telefonini in roaming, e potrebbe capitare che un operatore che ha costi bassi si trovi a operare in un Paese in cui la rete ha costi più alti, e quindi in cui i prezzi nazionali non sarebbero sostenibili.