A noi le armi non piacciono. Ci spaventano anche quando sono nelle mani dei “buoni”, figuriamoci quando sono in quelle di non professionisti, che magari sono noti per amare l’esibizione di sé tanto così, per avere audience. Non dimentichiamo poi, ma certamente non è questo il caso, che proprio il desiderio di farsi notare è una spinta che spesso è alla base delle stragi nelle scuole o di omicidi seriali. Le armi sono costruite per uccidere, e dunque dovrebbero essere (legalmente) solo nelle mani di persone di comprovato equilibrio e responsabilità.
Oggi abbiamo assistito a una scena che ci ha fatti vergognare, un deputato europeo italiano che in televisione ha esibito una pistola (vera? Finta? La sua? Detenuta legalmente? Portata legalmente? Esibita legalmente? Questa è materia per la magistratura) durante un’intervista sull’uso delle armi a scopo di legittima difesa. Il tema è terribilmente serio, riguarda la morale, il tipo di società che vogliamo essere, i livelli di sicurezza della popolazione (non solo di quella armata, ma di quella che può essere vittima, come spesso accade, di persone armate che non hanno idea di cosa hanno per le mani), il ruolo dei privati, della Forza pubblica, delle multinazionali che producono le armi e della politica che può autorizzarle o meno.
Un parlamentare, che non vogliamo ricordare proprio per marcare la nostra distanza da lui, ha pensato bene di esibire un’arma da fuoco per far parlare di sé, e tutto il dibattito creato dalla sua (misera) intervista è infatti focalizzato sul gesto, non sul niente che aveva da dire. Esibire un’arma così, per gioco, è calpestare il lavoro di chi le armi le deve usare per lavoro e spesso resta vittima di chi le usa illegalmente, è umiliare le morti di chi delle armi è vittima, è un passo verso la creazione di un mondo in cui a violenza si risponde con violenza, senza misurare più minacce e reazioni, colpe e sanzioni. E’ inneggiare ad una società senza regole, dove le pene vengono decise da “uno qualunque” che però ha in mano un’arma. Che non esprime spesso forza e equilibrio, ma solo pavidità e incertezza.
Esibire un’arma è un inno alla violenza gretta, non alla forza della civitas, della ragione, dei cittadini, della capacità di una società a lottare contro “il male”. Della capacità di ragionare sulla base dei valori civili, religiosi e umani europei, come il rifiuto della pena di morte, della violenza come strumento di risoluzione delle controversie, dell’uso indiscriminato della forza.
Esibire un’arma è un gesto che rifiutiamo in sé stesso, che ci offende come cittadini, come comunità politica. Esibire un arma speriamo sia un gesto politicamente sanzionabile dal Parlamento europeo.