Bruxelles – Migranti arrestati “regolarmente”, lasciati in carcere per 40 giorni, a volte anche fino a 90 “in condizioni descritte come degradanti”. La Repubblica Ceca viola i diritti umani dei migranti, non maniera sporadica ma “sistematica”. La pesante accusa arriva dall’Alto commissario per i Diritti umani delle Nazioni Unite, Zeid Ra’ad Al Hussein. Negli ultimi mesi diversi Paesi europei di transito dei migranti hanno utilizzato misure restrittive nei confronti di chi cercava di raggiungere l’Europa ma solo in Repubblica Ceca, sottolinea l’Alto commissario, la detenzione è una “routine”.
“Secondo informazioni credibili da varie fonti – sottolinea Zeid Ra’ad Al Hussein – le violazioni dei diritti umani dei migranti non sono né isolate né casuali, ma sistematiche: appaiono come parte integrante della politica del governo ceco per dissuadere migranti e rifugiati dall’entrare nel Paese o rimanerci”. Una politica rivolta non soltanto ai migranti irregolari ma anche ai rifugiati “che hanno sofferto orribilmente nei loro Paesi di origine e durante il viaggio verso la Repubblica Ceca”.
Eppure “la legge internazionale chiarisce che la detenzione degli immigrati deve essere strettamente un’ultima risorsa”, ricorda l’alto commissario Onu. Soprattutto per i bambini: “La Commissione Onu sui diritti dell’Infanzia – prosegue – ha sottolineato che la detenzione di bambini sulla sola base del loro status di immigrati o di quello dei logo genitori è una violazione, non è mai nel loro migliore interesse e non è giustificabile”.
Per questo Zeid Ra’ad Al Hussein esprime preoccupazione per il fatto che le autorità ceche continuino a praticare questo politica anche se i detenuti che hanno potuto portare il caso davanti alla corte hanno vinto. Una possibilità che però la maggior parte dei rifugiati non ha perché non riceve informazioni sufficienti sull’assistenza legale a cui ha diritto. A preoccupare l’alto commissario Onu anche le condizioni di detenzione, che lo stesso ministro della giustizia della Repubblica Ceca, Robert Pelikán ha descritto come “peggio che in una prigione”. Ci sono poi ulteriori rapporti giudicati “credibili” secondo cui i migranti sono regolarmente perquisiti dalle autorità ceche in cerca del denaro per pagare il loro soggiorno involontario neo centri di detenzione. Un pagamento che avviene “senza basi giuridiche” e che lascia i migranti indigenti al loro rilascio.
Ad accompagnare tutto questo anche “un dibattito pubblico chiaramente sempre più xenofobico”, anche a causa delle dichiarazioni islamofobiche del presidente Miloš Zeman e di una petizione anti-immigrazione lanciata dall’ex presidente Václav Klaus.
Nonostante alcune condizioni, come il sovraffollamento, siano migliorate grazie all’apertura dei nuovi centri di detenzione, per il Commissario l’approccio generale non sta cambiando. L’appello è dunque a “compiere passi immediati per assicurare il rispetto dei diritti umani dei migranti e dei rifugiati”. Questo dovrebbe includere “stabilire alternative alla detenzione” in linea con gli obblighi internazionali della Repubblica Ceca.