Bruxelles – Il risultati dell’inchiesta della Commissione europea sul trattamento fiscale molto probabilmente illegale ricevuto da Fiat in Lussemburgo rilancia la battaglia degli europarlamentari sui “meccanismi di elusione fiscale portati avanti da numerose multinazionali”, come lo definisce l’esponente dei socialisti Sergio Cofferati. Il leghista Mario Borghezio chiede poi che si faccia chiarezza anche sulla legittimità dei trasferimenti di sedi sociali e fiscali dell’ex società di Torino.
“Fiat e diverse altre multinazionali continuano ad utilizzare opachi e complessi meccanismi di elusione fiscale per pagare tasse minori del dovuto”, dichiara Cofferati, Europarlamentare del Gruppo S&D, secondo il quale “è inaccettabile che, a un anno dallo scandalo di Luxleaks, tali imprese continuino a seguire strategie fiscali aggressive, facendo concorrenza sleale alle piccole medie imprese e rifiutando di dare il giusto contributo agli Stati in cui svolgono le loro attività”.
Secondo l’ex sindaco di Bologna “le inchieste della Commissione Europea sono molto importanti, mentre del tutto insufficiente è stato invece l’accordo concluso dai ministri europei sullo scambio di informazioni sui tax rulings. Tale accordo impedisce infatti alla Commissione di esercitare un efficace ruolo di controllo e non produce nessun passo avanti verso la necessaria trasparenza”. Cofferati ricoda poi che il Parlamento europeo ha proposto nella Direttiva sui diritti degli azionisti l’obbligo per tutte le grandi imprese multinazionali di rendere pubblici i dati sulle tasse che pagano in ciascun stato (anche extra UE) nel quale operano e su alcune loro attività, nonché sugli elementi essenziali dei tax rulings che hanno ricevuto. “Le informazioni sarebbero quindi disponibili alle autorità fiscali ed al pubblico, rappresentando un efficace strumento per la lotta contro evasione ed elusione fiscale e un passo avanti significativo verso la trasparenza. Tali proposte del Parlamento – ricorda Cofferati – sono attualmente in discussione con Commissione e Stati Membri ed è importante che siano approvate in tempi rapidi”.
Secondo Borghezio “la severa sanzione applicata dall’antitrust europeo sui Tax Ruling a favore della finanziaria della Fiat, oltre a segnare un importante primo passo verso una seria politica europea di contrasto all’elusione-evasione fiscale da parte dei grandi gruppi apre anche la strada alla necessità di fare definitivamente chiarezza sul ‘trucco’ adottato da alcune grandi società, fra cui l’allora Fiat, di trasferire le sedi legali e fiscali lontano dalle sedi effettive dell’attività propria e delle holding verso accoglienti paradisi fiscali”.
L’eurodeputato leghista ricorda poi che “risulta pendente uno specifico e dettagliato esposto da parte dell’azionista Fiat Marco Bava, inteso a segnalare il fatto, ben difficilmente contestabile, che i cambiamenti di sede a suo tempo effettuati – quella legale in Olanda e quella fiscale in Gran Bretagna – erano e sono totalmente avulsi dalla benché minima motivazione industriale, operativa e storica. A dimostrare la fondatezza di questo rilievo sarebbe sufficiente il semplice esame dei piani di volo degli aeromobili utilizzati dal management, dai quali non risultano certamente attività prevalenti dalle sedi olandesi ed inglesi…”.