Bruxelles – Ai tempi delle dure trattative tra Atene e Bruxelles per il prestito al Paese, non era solo la Germania ad auspicare una Grexit temporanea, ma bensì “quindici ministri delle Finanze” dell’Eurogruppo, ovvero tutti ad eccezione della Grecia e “di Francia, Italia e Cipro”. Lo ha rivelato il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble, in un’intervista al quotidiano francese Liberation. “Io non ho mai sostenuto che dovessimo cacciare la Grecia dall’euro”, ha spiegato Schäeuble, “ma mi sono semplicemente chiesto, come hanno fatto tanti economisti, se per il Paese, vista la sua situazione economica e amministrativa, non sarebbe stato preferibile procedere al necessario recupero dell’economia attraverso una svalutazione”. Insomma la Grecia avrebbe dovuto lasciare l’euro solo “per un certo periodo”, durante il quale avrebbe rimesso in sesto la sua economia “prima di rientrare”, nella moneta unica.
Insomma un suggerimento, ha garantito il ministro delle Finanze tedesco. Se fosse stato condiviso da Atene, l’Europa “avrebbe dovuto aiutare e sostenere” il Paese in questo processo. E quando all’Eurogruppo si è discusso se la soluzione migliore per la Grecia “non fosse stata quella di lasciare l’euro per un certo tempo – un timeout – quindici ministri delle finanze hanno condiviso questo parere”, ha dichiarato. “Non era quindi un diktat tedesco”, ha insistito Schaeuble. Il ministro ha negato anche che il diktat perché Atene accettasse le condizioni poste dai creditori ci sia stato il 13 luglio, prima cioè che Tsipras facesse saltare il tavolo delle trattative e convocasse il referendum. “Tutti i diciotto ministri delle Finanze della Zona euro, senza contare quello greco, erano d’accordo nell’esigere che la Grecia rispettasse le condizioni poste dal piano d’aiuti”, e questo è un fatto “indiscutibile”.