Bruxelles – È caos rifugiati nei Balcani, dopo che l’Ungheria ha deciso di sigillare, oltre al confine con la Serbia, anche quello con la Croazia. Trovandosi il cammino verso l’Europa sbarrato, il flusso dei migranti ha deviato in massa verso la Slovenia che però ha deciso di porre un limite massimo agli ingressi: il Paese si è dichiarato in grado di accogliere al massimo 2.500 persone al giorno e ha bloccato al confine con la Croazia tutte le altre. Centinaia di migranti hanno trascorso la notte al freddo e sotto la pioggia battente al confine tra i due Paesi. Per ore, i profughi, tra cui donne e bambini, hanno provato ad entrare in Slovenia, ma le autorità hanno permesso solo l’ingresso a piccoli gruppi. Intanto la polizia croata sul lato opposto impediva ai migranti da tornare indietro.
Grazie alla chiusura dei confini con Serbia e Croazia, l’Ungheria è ormai praticamente fuori dai grandi flussi migratori: negli ultimi giorni il numero dei profughi entrati nel suo territorio si è ridotto dai 4-5 mila al giorno a poche centinaia dell’ultimo weekend. Ma il premier Viktor Orban ancora non è soddisfatto: Budapest ha comunicato alla Commissione europea di avere reintrodotto anche i controlli ai confini con la Slovenia: nel week end è stato comunicato al commissario Ue per l’immigrazione, Dimitris Avramopoulos in visita nel Paese e la decisione è stata anche notificata con lettera ufficiale a Bruxelles, conferma la portavoce della Commissione europea, Natasha Bertaud. I controlli temporanei, secondo quanto previsto dal regolamento Schengen, vengono introdotti per 10 giorni, rinnovabili per altri venti, fino ad un massimo di due mesi. “Presto pubblicheremo un parere sul tema”, spiega la portavoce, ricordando “la necessità di dare risposte proporzionate” al problema. Pochi giorni fa l’Ungheria ha anche notificato di aver intensificato i controlli alla frontiera con la Croazia pur non essendo tenuta a farlo visto che la Croazia non fa parte dell’area Schengen
Ma la misura continua ad attirare critiche: la cancelliera tedesca, Angela Merkel, è convinta che erigere muri alle frontiere non servirà a contenere il grande flusso di rifugiati in arrivo in Germania, ha ribadito il portavoce della cancelliera, Steffen Seibert, ricordando che Merkel ha chiarito a più riprese il suo punto di vista in merito. Ma Budapest è soddisfatta dei risultati: “La barriera difensiva funziona, non ci sono praticamente più profughi in Ungheria”, ha annunciato in Parlamento il ministro degli Esteri ungherese Peter Szijjarto. Ora la battaglia ungherese sarà quella per “difendere il paese anche dalle quote obbligatorie dell’Ue”, ha dichiarato. Bruxelles prosegue infatti verso l’introduzione di un meccanismo permanente di redistribuzione, che sarà presentato a marzo.
Intanto i profughi continuano ad arrivare dal Medio Oriente e dall’Asia centrale per tentare di entrare in Europa attraverso Turchia e Grecia. Solo ieri, riferiscono i media, dalla Macedonia sono entrati in Serbia circa 10 mila migranti, in gran parte siriani, afghani, iracheni e curdi. Tra loro molti bambini e donne, molte delle quali incinte. La marea di arrivi ritarda le registrazioni al centro di prima accoglienza di Presevo, nel sud della Serbia, dove pioggia e freddo appesantiscono le condizioni di vita dei migranti.