Bruxelles – “La vera prospettiva per i Balcani occidentali è l’integrazione europea e gli amici dei Paesi coinvolti conoscono i miei passi personali, giorno per giorno, perché l’integrazione proceda”. Poco importa se il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker abbia chiarito che nei cinque anni del suo mandato non ci sarà alcun nuovo allargamento, per l’Alto rappresentante per gli Affari esteri dell’Ue, Federica Mogherini, non si può prescindere da un continuo lavoro di avvicinamento dei Paesi dei Balcani occidentali, la cui integrazione “è a volte più interesse europeo di quanto non lo sia per i Paesi candidati”. L’occasione per affrontare il tema è una conferenza organizzata dalla Regione Emilia-Romagna a Bruxelles sulla regione Adriatico-ionica che unisce 6 Paesi sulle rive dei due mari: Albania, Bosnia-Erzegovina, Croazia, Grecia, Italia e Slovenia.
“Gli ultimi mesi – sottolinea Mogherini – ci hanno ricordato e hanno ricordato a tutti come questa regione, da entrambe le parti del Mar adriatico e lungo lo Ionico, sia porta d’Europa e parte integrante dell’Europa, che i Balcani occidentali sono parte del nostro continente in tutto e per tutto e che le linee che tracciamo sono facilmente superate e superabili”. La crisi dei rifugiati in particolare ha reso “evidente a tutti – continua l’Alto rappresentante – che c’è un interesse europeo e quasi globale a che questa parte della nostra Europa possa contare su strumenti reali che garantiscano stabilità e integrazione”. Insomma “il lavoro per il futuro di tutti i Balcani nell’Ue è strategico per l’Ue in quanto tale” perché influisce su “tutti i dossier che ci tengono insieme: sicurezza, prevenzione della radicalizzazione, terrorismo, sviluppo sociale”.
Sulla stessa linea anche l’Italia. Come ricorda il sottosegretario agli Affari europei, Sandro Gozi, il nostro Paese “ha fortemente voluto l’avvio della strategia adriatico-ionica” proprio perché “la strategia è vista come strumento di allargamento ai Balcani occidentali”. “Sono convinto – sottolinea Gozi – che un suo successo non potrà che favorire l’allargamento e rafforzare i legami tra gli Stati italiani e quelli che si affacciano sull’adriatico e lo ionico dall’altra parte”.
“L’Italia ha sempre puntato in maniera molto coerente sul processo di allargamento ai Balcani”, conferma anche l’ambasciatore permanente dell’Italia presso l’Unione europea, Stefano Sannino, che rivendica “legami forti anche se non sempre facilissimi e una conoscenza reciproca molto importante” con i Paesi della regione. Già Romano Prodi come presidente della Commissione europea, ricorda Sannino, “sosteneva l’idea che il processo di allargamento non sarebbe stato completo se non avesse coinvolto anche i Balcani occidentali”. E da allora le cose non sono cambiate. Tra qualche settimana la Commissione presenterà i rapporti sullo stato di avanzamento delle relazioni con i Paesi dei Balcani e “la nostra speranza – sottolinea l’ambasciatore – è che si possano finalmente aprire i primi capitoli negoziali con la Serbia, speriamo che presto possano seguire anche l’Albania e altri Paesi. La speranza è che “anche la Bosnia decida di iniziare il processo”. A dare segnali positivi anche il modo in cui questi Paesi hanno collaborato nella gestione della crisi dei rifugiati: “È stata estremamente positiva, segno di una maturità e di una volontà di essere parte di una soluzione del problema e non parte del problema”, sottolinea Sannino, secondo cui “è una cosa di cui verrà dato atto a tutti gli attori”.