Bruxelles – Il vicepresidente della Commissione europea, Frans Timmermans torna da Ankara con una bozza di intesa provvisoria per la collaborazione tra Unione europea e Turchia sulla gestione dei rifugiati. Un accordo provvisorio che prevede in cambio di nuovi sforzi di Ankara per tenere i migranti sul proprio territorio, consistenti concessioni su temi particolarmente sensibili per Recep Tayyp Erdogan. Prima di tutto ci sono i soldi, ben tre miliardi di fondi freschi: cifra ben più considerevole dei 500 milioni che aveva messo sul piatto la prima proposta della Commissione europea. Non solo: l’esecutivo comunitario è pronto a impegnarsi anche su una velocizzazione del processo per la liberalizzazione dei visti e sull’apertura di cinque capitoli di negoziati per dare nuova spinta al processo di adesione di Ankara all’Unione europea. Sul piatto dell’offerta della Commissione anche l’inserimento della Turchia nella lista dei Paesi sicuri, elemento che sta particolarmente a cuore a Juncker.
Questi, però, sono solo i piani della Commissione europea che ora dovrà sentire cosa ne pensano i capi di Stato e di governo riuniti per il Vertice europeo. Sarà il presidente Jean-Claude Juncker (adeguatamente “briffato” da Timmermans) a presentare la situazione ai leader europei durante la cena del summit. Ma non è affatto detto che sia tutto in discesa. Diversi Paesi europei restano prudenti sull’idea di velocizzare il processo di liberalizzazione dei visti e sulla possibilità di dichiarare la Turchia un Paese sicuro glissando sulla questione curda.
La Germania resta prudente mentre tra i più contrari figura Parigi, che si oppone a concessioni esagerate: “Non bisogna che il pretesto che la Turchia ci aiuta a contenere l’arrivo dei rifugiati possa portare a un processo di liberalizzazione con regole che non sono chiare”, e che potrebbe quindi riguardare anche “individui che non sappiamo chi sono”. Per Hollande “ci sarà un percorso”, in cui saranno poste “molte condizioni”, e la Francia “insieme ad altri Paesi sarà molto attenta a che le condizioni non siano solo poste ma rispettate”.
Della stessa opinione l’olandese Mark Rutte, secondo cui “la liberalizzazione dei visti può essere discussa ma ci serve un accordo chiaro”. Rutte ha sottolioneato che l’Europa “sta discutendo la questione dell’adesione da anni e i problemi come la situazione di Cipro o dei diritti umani in Turchia persistono”. Il premier si è detto disponibile “a velocizzare il processo”, ma “è necessario attenersi ad alcune precondizioni”.
Il paragrafo della bozza di conclusioni preparato sulla Turchia dovrebbe cambiare alla luce dei nuovi eventi ma, prevedono fonti europee, “l’intesa è così recente che ci sono limiti a quanto in là si può andare”.