Bruxelles – Dopo l’inizio, quasi simbolico, della scorsa settimana, con 19 eritrei trasferiti dall’Italia alla Svezia, ora si tenta di accelerare sui ricollocamenti di rifugiati. Dovrebbero essere un centinaio quelli che la prossima settimana lasceranno il nostro Paese per trovare nuova accoglienza in cinque Stati membri che si sono resi disponibili: Finlandia, Germania, Francia, Spagna e Portogallo. Il ministro dell’Interno Angelino Alfano lo ha annunciato e ora si lavora per renderlo possibile nella pratica. Tutti i Paesi che si sono fatti avanti sono “eleggibili” e si sta tentando di tenere conto anche delle preferenze dei migranti stessi, per quanto possibile. Sembra comunque difficile riuscire a rispettare i target fissati: l’Italia per ricollocare, come stabilito, 40mila migranti in due anni, dovrebbe trasferirli al ritmo di 1.600 ogni mese. Cifre che paiono ancora lontanissime.
Ma gli sforzi per migliorare la situazione ci sono: “In Italia nelle ultime tre settimane c’è stata una forte accelerazione”, spiegano fonti europee, sottolineando che l’hotspot di Lampedusa è ormai “pienamente operativo”, con 42 esperti di Frontex e 6 dell’ufficio europeo per l’asilo (Easo) sul posto per supportare il lavoro dell’Unhcr. Gli altri hotspot previsti sul nostro territorio (Taranto, Pozzallo, Porto Empedocle e Trapani) saranno tutti operativi entro fine anno, alcuni prima. Negli hotspot si dovrebbe rimanere al massimo 48 ore e se la tempistica sarà rispettata (obiettivo tutt’altro che semplice da centrare) dovrebbe rendere sufficiente la capacità di accoglienza.
Le cose per il nostro Paese stanno migliorando anche per quanto riguarda la raccolta delle impronte digitali dei rifugiati. Questione da sempre spinosa per la riluttanza dei migranti a farsi “schedare” ma che, “l’approccio hotspot” sta facilitando: da un lato infatti chi non collabora viene trattato come persona che non ha il diritto di asilo e si avvia verso il rimpatrio, dall’altro la prima esperienza positiva di ricollocamento verso la Svezia ha rassicurato i migranti che “erano molto spaventati” dalla possibilità di trasferimento. L’Italia procede anche con i rimpatri. Proprio nei giorni dei primi ricollocamenti sono stati anche effettuati due voli di ritorno, uno ha riportato in Tunisia 28 migranti irregolari e l’altro ne ha rimpatriati 35 in Egitto.
Anche la Grecia dovrebbe essere pronta per i primi ricollocamenti: si punta a riuscire a trasferire “se non questa settimana, la prossima” i primi rifugiati verso il Lussemburgo.