Bruxelles – Se un mangime o un cibo Ogm è stato autorizzato dalla Commissione europea un Paese membro non dovrebbe avere il potere di vietarlo sul proprio territorio. La commissione Ambiente del Parlamento di Bruxelles ha respinto la proposta fatta dall’esecutivo lo scorso aprile perché la ritiene difficile da applicare e teme che porti a una reintroduzione dei controlli tra Paesi favorevoli e contrari, nonché a delle asimmetrie nel mercato unico.
“Una chiara maggioranza della commissione non vuole mettere a repentaglio il mercato unico. Per noi la legislazione vigente deve rimanere in piedi e gli Stati membri devono prendersi le proprie responsabilità e prendere una decisione collettiva a livello Ue, invece di introdurre divieti nazionali”, ha dichiarato il presidente della commissione Ambiente e relatore per l’Aula, Giovanni La Via. Per l’eurodeputato di Ncd “questa proposta è in conflitto con i principi della ‘Better regulation’ e della trasparenza che la nuova Commissione ha promesso”, in quanto “dopo aver speso anni a liberarci delle barriere nazionali, questa proposta potrebbe portare a un ritorno delle ispezioni ai confini”.
Secondo la proposta adottata dall’esecutivo comunitario, che ora dovrà essere votata nella Plenaria del 26-29 ottobre, dove sicuramente riceverà un’altra sonora bocciatura, quando l’Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, autorizzato un Ogm in Europa come alimento o come mangime, gli Stati membri devono avere la possibilità di chiedere un “opt-out”, ma dovranno giustificare la loro scelta in base a motivi diversi da quelli valutati dall’Efsa, e quindi non per ragioni collegate a rischi per la salute umana, animale o dell’ambiente. Ma se un mangime o un alimento venissero vietati solo in un Paese questo dovrebbe assicurare che questi prodotti non vengano importati né utilizzati in nessun allevamento, necessitando quindi controlli alle fronitere e nelle fattorie.
Contrarie al provvedimento anche le forze solitamente più critiche con gli organismi geneticamente modificati, i Verdi e la Sinistra Unita Gue. Entrambe chiedono un regolamento che vieti mangimi e cibi a livello europeo, e non soltanto nazionale. “C’è sicuramente la necessità di riformare il processo di autorizzazione degli Ogm nell’Ue: non si può persistere con la situazione attuale in cui le autorizzazioni procedono a dispetto delle valutazioni del rischio sbagliate e l’opposizione consistente della maggioranza dei governi dell’Unione europea e, soprattutto, di una netta maggioranza di cittadini”, ha attaccato Bart Staes dei Greens. Per Lynn Boylan, della Gue “la Commissione europea deve farsi avanti con una offerta seria, capace di affrontare le giuste preoccupazioni dei cittadini sull’utilizzo degli Ogm”.