Bruxelles – L’Europa possiede già un trattato che possa condurre verso un rinnovamento, il punto di partenza è rafforzare il legame economico, sociale e territoriale tra Paesi membri. E’ questo il parere del Comitato economico e sociale del’Ue (Cese), accolto con larghissimo consenso in plenaria.
Provare a riformare nuovamente l’Europa con un nuovo percorso costituente o ripartire dal trattato di Lisbona? Far evolvere le istituzioni europee partendo da ciò che si ha già tra le mani, migliorare e rimediare agli errori commessi sviluppando a pieno le potenzialità della colonna portante di questa Europa: il Trattato di Lisbona. E’ questa la risposta del Cese, espressa in un parere richiesto dalla Commissione Affari Costituzionali del Parlamento europeo. Un parere che ha avuto ampiamente successo, approvato in plenaria con un consenso quasi unanime: 185 voti a favore, 4 contrari e 4 astenuti.
“Il risultato è quanto mai importante, ci sono enormi potenzialità non sfruttate nei Trattati esistenti, che possono davvero cambiare il volto di questa Europa nella direzione di una maggiore e più efficace integrazione”, ha affermato il relatore del parere, Luca Jahier, presidente del terzo gruppo Cese (con il correlatore spagnolo Rodriguez Garcia-Caro).
L’Europa dispone già di un trattato che indica con chiarezza la strada giusta da percorrere per una politica valida, forte e corretta, l’importante è non inciampare nelle buche degli errori passati e ricompattare una leadership su questioni cruciali per le istituzioni e i cittadini. Tra i problemi principali, sottolinea il relatore italiano, è che: “Oggi abbiamo un’Unione europea che si limita a reagire alle minacce e alle difficoltà anziché guidare il processo”. L’obiettivo è fortificare il trattato di Lisbona, una solida coesione economica, sociale e territoriale tra Paesi membri è il punto di partenza. “Dal mercato interno, alla zona Euro, dall’Unione dell’energia alle politiche di immigrazione e asilo, per giungere alla politica estera e all’agenda digitale, usando meglio gli articoli che impongono un approccio olistico e coerente delle politiche, le clausole orizzontali tra cui quella sociale e ambientale e la Carta dei diritti fondamentali”. Sono queste le aree su cui l’Ue deve intensificare il suo approccio, senza aprire un processo incerto di riforma del Trattato, afferma il parere redatto da Jahier.
Al centro del sistema ci deve essere il cittadino e le sue esigenze, “l’Ue ha bisogno di un Trattato concreto per rafforzare il sentimento di cittadinanza comune a livello europeo”, continua Jahier nella relazione sul parere Cese, “ma tale sentimento non si creerà senza il coinvolgimento dei cittadini nel processo decisionale a livello europeo”