Bruxelles – Va bene, forse al Parlamento europeo non servono due (anzi, tre) sedi con tutti gli sprechi che questo comporta. Ma chi l’ha detto che la sede da abolire è quella di Strasburgo? Perché invece non cogliere al balzo la palla degli imponenti lavori di ristrutturazione di cui il palazzo di Bruxelles avrebbe bisogno per decidere di dare nuova centralità alla sede francese? A proporre un radicale cambio di prospettiva nell’annoso (e finora completamente infruttuoso) dibattito sulla sede unica del Parlamento europeo è un gruppo di sedici deputati europei, per lo più francesi ma non solo che fanno parte del cosiddetto Gruppo Pierre Pflimlin (dal nome del vecchio sindaco di Strasburgo ed ex presidente del Parlamento europeo) che si batte per sostenere il ruolo della sede francese del Parlamento europeo.
I sedici hanno preso spunto dalla visita a Strasburgo del presidente francese, François Hollande e della cancelliera tedesca, Angela Merkel, per indirizzare al presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, una lettera sulla questione. Lo storico discorso congiunto franco-tedesco, scrivono i deputati, “testimonia l’importanza di tornare alle radici storiche della costruzione europea – incarnata dalla città alsaziana – per trovare soluzioni ambiziose alle sfide attuali”.
Ma oltre alle ragioni “storiche” ci sono anche elementi più concreti a favore di una nuova centralità della sede di Strasburgo: “La stampa ha dato notizia degli investimenti previsti a Bruxelles per rinnovare interamente l’edificio Paul Henri Spaak e costruire 750 uffici supplementari”, fanno notare gli europarlamentari. Senza contare che “200 posti amministrativi del segretariato del Parlamento europeo sarebbero progressivamente trasferiti da Lussemburgo a Bruxelles”, continua la lettera. Insomma la soluzione per “utilizzare al meglio gli edifici a nostra disposizione, razionalizzare le spese del Parlamento e valorizzare la sede ufficiale della nostra assemblea” è chiara: “Proponiamo di trasferire l’insieme delle nostre attività di Plenaria a Strarburgo” e di sopprimere quelle addizionali ha Bruxelles, scrivono a Schulz i deputati. Oggi le riunioni ufficiali dell’Aula (di quattro giorni) si tengono nella sede francese, ma alcune “mini-plenarie” di uno o due giorni si svolgono a Bruxelles. Nel calendario per il 2017, adottato pochi giorni fa dal Parlamento europeo ne sono previste cinque.
A Strasburgo, propongono i deputati, andrebbero anche trasferiti alcuni posti amministrativi e i servizi di segretariato non essenziali al lavoro delle commissioni parlamentari che si svolgono a Bruxelles. Una soluzione che permetterebbe, secondo la missiva, di “limitare i costi dei lavori previsti a Bruxelles, di approfittare del posto disponibile a Strasburgo e di mantenere l’equilibrio tra i diversi luoghi di lavoro della nostra istituzione”. La campagna “Strasbourg THE Seat” sarà lanciata ufficialmente il prossimo 21 di ottobre da Catherine Trautmann, ex deputata europea ed ex sindaco di Strasburgo. Sarà lei a farsi portavoce dell’idea che « basare sia il potere esecutivo che quello legislativo dell’Ue a Bruxelles rafforzerà soltanto la tecnocrazia, mnando l’ambizione politica e democrati che l’Unione europea richiede ».
La proposta è stata sottoscritta da otto deputati francesi: Anne Sander (Ppe), Edouard Martin (S&D), Nathalie Griesbeck (Alde), Alain Lamassoure (Ppe), Françoise Grossetete (Ppe), Michel Dantin (Ppe), Angélique Delahaye (Ppe), Constance Le Grip (Ppe) ma anche da quattro tedeschi, tutti popolari: Andreas Schwab, Ingeborg Graessle, Norbert Lins e Daniel Caspary. A firmare la lettera anche il romeno Cristian Dan Preda (Ppe), il lussemburghese Georges Bach (Ppe), il polacco Róża Gräfin von Thun Und Hohenstein (Ppe) e la Slovacca, Anna Zaborska (Ppe). Tutta gente che abita in posti più vicini a Strasburgo che a Bruxelles.