Roma – “Il mondo ha bisogno di un’Europa unita per favorire convergenze in Siria, Iraq e Libia e per evitare che scelte unilaterali aiutino le forze del disordine e del terrore”. È il messaggio che il presidente della repubblica, Sergio Mattarella, esprime davanti alla delegazione degli europarlamentari italiani – guidata dai due vicepresidenti Antonio Tajani e David Sassoli – in visita al Quirinale, nel giorno in cui i ministri degli Esteri dei 28 si riuniscono a Lussemburgo.
Quello per una maggiore integrazione europea è un impegno che l’Italia continua a perseguire con determinazione, garantisce il capo dello Stato. Ricordando che il tema fu al centro del suo primo intervento al Parlamento europeo, annuncia che tornerà a Strasburgo il 25 novembre, raccogliendo l’invito del presidente dell’Assemblea Martin Schulz, per ribadire l’invito a una maggiore coesione dell’Ue.
Non manca di ricordare le difficoltà con cui l’Europa è arrivata a una posizione comune in tema di immigrazione. Sottolineando sono servite numerose “tragedie” prima “che l’Unione europea si assumesse le proprie responsabilità, ha indicato l’indadeguatezza del regolamento di Dublino, “radicalmente superato” perché risponde “a logiche che ormai non esistono più”.
Ma non è solo in materia di asilo che, per Mattarella, serve una politica comune. Bisogna affrontare insieme anche il tema più ampio delle migrazioni, inclusi i flussi di migranti in cerca di lavoro che possono essere ridotti solo sostenendo lo sviluppo dei Paesi da cui partono i migranti economici, ritiene il presidente.
Nel suo intervento, Mattarella parla anche del futuro istituzionale dell’Ue. Indica un “percorso ancora lungo” da compiere verso istituzioni europee “più rappresentative”. Se la nomina del presidente della Commissione europea, Jean Claude Juncker, è un “importante successo”, perché i rappresentanti dei governi, in Consiglio, “hanno tenuto conto” dell’indicazione arrivata dalle urne – per la prima volta ogni lista ha indicato il proprio candidato alla guida dell’esecutivo comunitario – è la governance dell’area euro che ha bisogno dei maggiori interventi.
Secondo il capo del Quirinale, un “governo equilibrato” per la zona a moneta unica non può essere garantito se lo si affida “esclusivamente a ambiti intergovernativi, ristretti o larghi” che siano. Bisogna invece “attivare una istituzione di segno comunitario – indica il capo dello Stato – e, insieme a essa, dare a questo governo una base parlamentare su cui poggiare”, per garantire la legittimazione democratica e la rappresentanza dei cittadini.
“Il mio auspicio è che l’Italia prosegua e intensifichi il proprio contributo determinante all’integrazione europea. Per una Europa più influente nel mondo, più efficace e più vicina ai cittadini.” Con queste parole il Primo Vicepresidente del Parlamento europeo Antonio Tajani ha aperto i lavori dell’incontro con il Presidente della Repubblica. “Abbiamo ascoltato pochi giorni fa al Parlamento europeo Re Filippo VI di Spagna e i leader di Francia e Germania, il Presidente François Hollande e la Cancelliera Angela Merkel. A questo proposito ribadisco quanto già è stato detto, ovvero che sarebbe stato giusto aprire il dibattito al contributo dell’Italia e di altri. Perché l’Italia è l’Italia: un grande Paese, fondatore e pilastro dell’Unione” ha continuato Tajani. “Mi hanno colpito due concetti espressi da Filippo VI. Il primo: Io sono europeo, perché sono spagnolo. Noi siamo europei, perché siamo italiani. Il secondo: Il rafforzamento della legittimità democratica del progetto comunitario è un elemento e una necessità fondamentale. Ha concluso Tajani “È arrivato il momento che l’Europa diventi una vera comunità politica rafforzata”.
David Sassoli, Vice Presidente del Parlamento Europeo, ha affermato: “C’è bisogno di intensificare i rapporti fra Parlamento Europeo e Parlamento italiano per fare squadra in un’Europa che ha bisogno di un’Italia in prima linea. Più il sistema Italia sarà efficiente, più potrà incidere sulla legislazione europea”.
“E’ l’europeismo del nuovo tempo che viviamo, ispirato ai valori ma estremamente concreto nelle proposte”, così Patrizia Toia, capodelegazione Pd al parlamento europeo, ha commentato il discorso del Presidente della Repubblica. “Il Capo dello Stato-prosegue l’europarlamentare Pd- ha ben chiare le sfide che ha l’Europa di fronte a sé: da come affrontare il tema dei rifugiati e dell’immigrazione, alle sfide globali , alla necessità di nuove istituzioni che rafforzino la governance dell’area euro sviluppandone la dimensione democratica e partecipata”.
“Nessun paese, ma anche nessuna impresa, possono agire nel mondo globale senza un dialogo con le istituzioni europee, questo ha detto il Presidente Sergio Mattarella con grande lucidita” sottolinea Patrizia Toia “Per questo conclude l’europarlamentare Pd – il nostro impegno, di democratiche e democratici del Pd in Europa, continuerà ad essere quello di lavorare per rafforzarle ed integrarle sempre di più”.
“Condividiamo le parole del presidente della Repubblica sulla necessità che il processo di integrazione europea prosegua per rendere ancora più incisiva l’azione dell’Europa. C’è bisogno di un cambio di passo: la scommessa che Bruxelles deve vincere è quella dell’unione politica, che fino ad ora si configura come incompiuta”. Così Lara Comi, eurodeputata di Forza Italia e Vicepresidente Gruppo PPE, ha commentato le parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. “Il tema dell’immigrazione, ad esempio – continua Comi -, ha messo in evidenza negli scorsi mesi che gli egoismi di alcuni Paesi membri sono duri a morire: così andiamo solo a sbattere. Serve, al contrario, un nuovo spirito solidaristico in grado di rilanciare le politiche europee, che devono essere percepite e vissute dai cittadini non come espressione delle singole volontà degli Stati membri, ma come un disegno comune. Il futuro dell’Europa passa da questa scommessa: lavorare per perseguirla deve essere un nostro dovere”.