Bruxelles – Quella greca è “una scommessa aperta”, che però Atene “non può vincere a livello nazionale”, ma solo con una battaglia e un cambiamento a livello europeo “potremo avere migliori politiche sociali e più democrazia”. Il ministro del Lavoro del governo guidato da Alexis Tsipras, George Katrougalos, è venuto in audizione al Parlamento di Bruxelles per chiedere il sostegno dell’assemblea comunitaria nelle difficili riforme che il Paese dovrà affrontare per rispettare il terzo Memorandum. In seguito all’accordo, si è creato “un problema di democrazia”, afferma Katrougalos “ma il mio governo e la sinistra europea che in Grecia è rappresentata da Syriza, vogliono stare in Europa perché vogliamo cambiarla, vogliamo rafforzarne la sua dimensione sociale e il potenziale democratico di istituzioni come il Parlamento”, a cui Atene chiede di “supervisionare”, l’applicazione dell’accordo in quanto “non è una questione bilaterale tra noi e creditori, ma una questione europea”.
Per il ministro, che è stato anche eurodeputato all’inizio di questa legislatura e fino a quanto Tsipras non lo nominò membro del suo primo esecutivo, i sei mesi di dure trattative tra Atene e Bruxelles hanno portato una vittoria, ovvero “l’aver creato un spazio pubblico veramente europeo, con i dibattiti tra Wolfgang Schäuble e Janis Varoufakis che venivano tradotti in tutte le lingue”. E questo serve all’Europa, un “dialogo transnazionale strutturato”, perché “senza uno spazio pubblico comune non ci sarà democrazia”.
Per rafforzare la sua dimensione sociale, l’Europa ha bisogno poi di nuovi strumenti, e uno di questi è l’Eurogruppo allargato ai ministri del Lavoro, lanciato in maniera sperimentale dalla presidenza lussemburghese, e salutato con favore dalla Grecia. “Dobbiamo poter discutere delle politiche del lavoro con i ministri delle Finanze, è giusto, mentre sarebbe assurdo che fossero solo loro a decidere anche queste”.