Roma – Gli agricoltori italiani si sono oramai rassegnati al piano di abbattimento degli Ulivi voluto dall’Ue per arginare la Xylella fastidiosa, il batterio killer che ha attaccato molti uliveti in Puglia. Tuttavia sono pronti a dare battaglia per ottenere il via libera alla commercializzazione degli innesti di vite, altra specie inserita dall’Unione europea tra quelle ospiti del batterio e di cui quindi è proibita la vendita per la produzione pugliese.
“Bisogna agire con rapidità e serietà nell’applicazione del piano proposto dal commissario Giuseppe Silletti”, che prevede di abbattere gli ulivi malati e potenzialmente infetti, “ma allo stesso tempo bisogna intervenire sul blocco alle esportazioni delle barbatelle”, gli innesti di vite di cui il ‘Tacco d’Italia’ è un grosso produttore. A dirlo è Dino Scanavino, presidente della Confederazione italiana degli agricoltori (Cia), intervenendo al congresso del Miva, l’associazione che raggruppa i vivaisti viticoli italiani.
Secondo il numero uno della Cia, “le evidenze scientifiche, come i test di patogenicità, hanno dimostrato definitivamente che il ceppo del batterio non attacca la vite”. Dunque, i coltivatori italiani sperano “in una risposta positiva dell’Efsa (Autorità europea per la sicurezza alimentare) che sia propedeutica allo sblocco” della vendita di piante dell’uva prodotte in Puglia.
Lo stop precauzionale è “una misura drastica e ingiustificata che sta generando solo danni su danni”, denuncia Scanavino, il quale sollecita un intervento del ministro per le Politiche agricole, Maurizio Martina, che convinca l’Europa a “risolvere rapidamente una situazione che si trascina ormai da troppo tempo”.
Il rappresentante degli agricoltori lamenta perdite “ingenti” per il settore a causa del blocco e vede il rischio che possano aggravarsi se non si interviene rapidamente. Per questo chiede “un atto formale dell’Italia nei confronti degli altri Stati membri e della stessa Commissione europea”. A suo avviso, dopo le “indagini scientifiche accurate” che “hanno dato sempre esito negativo” sulla capacità del batterio di attaccare la vite, non eliminare la pianta dall’elenco delle specie ospiti della Xylella rischia non solo “di acuire la crisi di un intero comparto produttivo, ma anche di ledere la stessa credibilità del sistema di difesa fitosanitario europeo e la certezza del diritto”.