Bruxelles – L’accordo raggiunto in Consiglio Ue sullo scambio automatico di informazioni sui tax rulings, per combattere l’evasione fiscale delle multinazionali, è “debole e insufficiente”. Sergio Cofferati non fa sconti e critica non solo la strategia della Commissione, avallata dagli Stati membri, ma anche le raccomandazioni dell’Ocse nel contesto del progetto Beps (Base Erosion and Profit Shifting). “Un anno dopo lo scandalo di LuxLeaks, dobbiamo constatare che le misure proposte dall’Ocse e la soluzione approvata dall’Ecofin sono assolutamente insufficienti a affrontare il tema della evasione ed elusione fiscale da parte delle multinazionali”, afferma l’eurodeputato ex Pd.
“L’accordo tra i ministri sullo scambio di informazioni per quanto riguarda i tax rulings appare debole e insufficiente. Non solo non verranno scambiate informazioni che riguardano tax rulings conclusi più di 5 anni prima dell’entrata in vigore della direttiva, ma il ruolo della Commissione europea sembra essere stato ridotto a quello di passacarte: potrà monitorare solamente che lo scambio stia avvenendo regolarmente, senza poter verificare le informazioni scambiate”, spiega definendo le due strategie “passi avanti del tutto insufficienti con contenuti distorsivi di fronte alla gravità della situazione, con multinazionali che, attraverso strategie fiscali aggressive, evitano di pagare miliardi di tasse, a danno delle piccole medie imprese, che si trovano ad affrontare una competizione sleale, e dei cittadini europei”.
“Il Parlamento Europeo”, ha ricordato Cofferati, “ha proposto nella direttiva sui diritti degli azionisti l’obbligo per tutte le grandi imprese multinazionali di rendere pubblici i dati sulle tasse che pagano in ciascun Stato (anche extra Ue) nel quale operano e su alcune loro attività, nonché sugli elementi essenziali dei tax rulings che hanno ricevuto”, in questo modo “le informazioni sarebbero disponibili alle autorità fiscali ed al pubblico, rappresentando un efficace strumento per la lotta contro evasione ed elusione fiscale”. Peccato solo, conclude l’eurodeputato, che “Commissione e Consiglio si stanno opponendo alla loro approvazione”.