Bruxelles – Rimpatriare oltre 400mila migranti irregolari, se necessario incarcerarli per evitare che fuggano sottraendosi all’operazione, minacciare i Paesi di origine che non collaborano di interrompere aiuti e accordi con l’Ue. Scatta la linea dura dell’Europa nei confronti dei migranti che, arrivati sul nostro territorio, non risultano bisognosi di protezione internazionale. Secondo quanto riportato dal Times, sarebbe già pronto un piano massiccio di ritorni, che sarà discusso domani nel corso della riunione dei ministri degli Interni dei 28, che comporterebbe costi per chi non dovesse collaborare, sia tra li Stati membri che tra i Paesi terzi.
Al centro del piano l’idea che “un maggiore tasso di ritorni dovrebbe agire come deterrente all’immigrazione irregolare”. Spetterà prima di tutto agli Stati membri tradurla in realtà e chi non dovesse collaborare si troverà a fare i conti con azioni legali da parte della Commissione europea. “Gli Stati membri devono sistematicamente emanare decisioni sui ritorni, compiere tutti i passi necessari per metterle in atto e provvedere le risorse adeguate per identificare e rimpatriare i cittadini di Paesi terzi che stanno illegalmente nel Paese”, recita il documento.
Ma a facilitare le operazioni di rimpatrio anche l’istituzione di un’unità speciale di Frontex. “Anche se gli Stati membri sono primariamente responsabili di portare a termine i ritorni, l’immediata creazione di un ufficio di Frontex dedicato dovrebbe consentire di aumentare il suo supporto e facilitare, organizzare e finanziare le operazioni”, spiega il documento. Il piano chiede anche che si arrivi all’incarcerazione dei migranti irregolari per evitare che, come accade nel 60% dei casi, questi scappino per evitare il ritorno nel Paese di origine. “Tutte le misure devono essere prese per assicurare il ritorno effettivo dei migranti, inclusa la detenzione”, sottolinea il documento.
Si propone anche che l’Ue usi la minaccia di sospendere gli aiuti allo sviluppo e gli accordi sui visti per assicurare che i Paesi di origne collaborino con le operazioni di rimpatrio. “Tutti gli strumenti devono essere mobilitati per accrescere la cooperazione sui ritorni e le riammissioni”, dice il piano.