Bruxelles – Dalla teoria alla pratica. Se la prima fase di analisi e comprensione delle rotte marittime utilizzate dai trafficanti di migranti è stata conclusa, da oggi è ufficialmente aperta la ‘caccia al contrabbandiere’, come annunciato il mese scorso dall’Alto rappresentante per gli Affari esteri dell’Ue, Federica Mogherini. La seconda fase di Eunavfor Med, l’operazione militare contro gli scafisti in partenza dalla Libia è effettivamente in atto, ma solo in acque internazionali.
La prima parte del piano, lanciata lo scorso 22 giugno, ha dato i suoi frutti: più di 3000 profughi sono stati salvati e 16 sospetti trafficanti sono stati arrestati dalle autorità italiane. Ora l’obiettivo è fermare definitivamente il traffico di esseri umani. Sei navi militari sono posizionate a largo della costa della Libia, punto di partenza della maggior parte dei barconi: sono la portaerei italiana ” Cavour”, una fregata francese e una britannica, due navi da guerra messe a disposizione dalla flotta tedesca e una dalla Spagna. Forte anche la componente aere con 7 mezzi tra aerei ed elicotteri. Entro la fine di ottobre si aggiungeranno alla flotta internazionale altre tre imbarcazioni militari da Belgio, Slovenia e Regno Unito. Alcune esercitazioni sono già state eseguite, i 100 uomini della Werra, una delle navi tedesche, ha simulato una serie di attacchi contro i contrabbandieri di rifugiati.
Una volta conclusa questa fase, condotta esclusivamente in acque internazionali, l’obiettivo sarebbe quello di passare ad una fase tre, che porti la lotta contro gli scafisti anche in acque libiche. Per questo passaggio, però, è necessaria una risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite o il via libera da parte del governo libico, per il momento impossibile, vista la situazione politica nel Paese. La speranza dell’Ue è che i colloqui condotti sotto l’egida delle Nazioni Unite portino alla formazione di un governo di unità nazionale che dia il via libera all’operazione.