Bruxelles – Durante il discorso di Angela Merkel e Francois Hollande al Parlamento di Strasburgo non sono mancati alcuni episodi di contestazione con diversi ‘buu’ in alcune parti degli interventi provenienti dai banchi dell’estrema destra e degli euroscettici e con la Sinistra unita Gue che ha esposto dei cartelli con la scritta “No to austerity”, e “l’austerità è tossica” uno dei quali è stato consegnato ai due dall’eurodeputata Eleonora Forenza de L’Altra Europa. “I loro proclami – ha dichiarato Forenza – sono una presa in giro di fronte a tutta l’Europa: da una parte vuote dichiarazioni d’intenti, dall’altra politiche di austerità che distruggono il continente, aumentando le disuguaglianze tra Paesi (leggi alla voce “Grecia”) e all’interno dei Paesi stessi. E nessun passo in avanti sul fronte dell’accoglienza, visto che i migranti muoiono ogni giorno nei nostri mari. Per questo la santificazione dell’asse franco-tedesco risulta ancora più assurda”.
Gli eurodeputati del Movimento 5 Stelle dal canto loro hanno deciso di abbandonare del tutto l’Aula. “Non vogliamo partecipare all’incoronazione di Germania e Francia come regine d’Europa, non vogliamo essere complici di coloro che oggi, all’interno del Parlamento europeo, unica istituzione eletta direttamente dai cittadini, consegnano solennemente a Merkel e Hollande le chiavi di tutti i 28 Stati dell’Unione”, scrivono in una nota per spiegare il loro gesto. “Noi non vogliamo ascoltare questi campioni di arroganza e di ipocrisia”, che “non rappresentano tutti i cinquecento milioni di cittadini europei, ma soltanto una parte”, visto che “l’Europa è composta da 28 Paesi, e non da due”, continua la nota.
“Non è nel nome di una Germania che ha imposto tagli e austerità e non è nel nome di una Francia che prima bombarda, per interesse, e poi parla di pace che si può parlare di Europa”, affermano i deputati 5 Stelle che accusano Merkel e Hollande di essere “i primi a non rispettare le regole, come nel caso del deficit francese e della bilancia commerciale per i tedeschi”, ma che poi “sono i primi a imporre queste stesse regole agli altri”. E infine, concludono gli eurodeputati “in tutto questo, dov’è l’Italia? Dov’è il premier Matteo Renzi? Come può subire questa ennesima, imbarazzante e offensiva esclusione dalla politica europea e al tempo stesso affermare che l’Italia guiderà l’Europa al posto della Germania? Forse sì, forse un giorno: quando Renzi avrà lasciato Palazzo Chigi”.