Bruxelles – “Credetemi, non ho un attaccamento romantico all’Unione europea e alle sue istituzioni” e “lotterò duramente nei negoziati, così che possiamo ottenere un migliore accordo”. Nei prossimi mesi David Cameron si farà ascoltare da Bruxelles, o almeno questo è quanto il premier britannico ha promesso al congresso dei Tory a Manchester. Per avere più tempo di rinegoziare i termini dell’adesione della Gran Bretagna all’Unione, Cameron sembra intenzionato a non tenere il referendum prima del 2017, visto che la discussione europea sull’immigrazione ha tolto spazio alle trattative britanniche. Ma nelle prossime settimane il premier giura di tornare alla carica.
L’Europa “è troppo grande, troppo prepotente, interferisce troppo”, ha criticato Cameron, chiarendo che a Londra interessano solo due cose: “La prosperità della Gran Bretagna e l’influenza della Gran Bretagna”. Migliorare questi due aspetti sarà l’unico obiettivo del premier britannico, che sottolinea di apprezzare l’Ue solo come “mercato unico più grande del mondo”. Al contrario “lasciatemi chiarire che la Gran Bretagna non è interessata ad un’unione sempre più stretta” tra i Paesi, obiettivo citato nei trattati che Cameron vorrebbe modificare. “Lo renderò molto chiaro”, garantisce.
Alcune persone, di fronte ai problemi dell’Ue, dicono “usciamone e basta”, riporta Cameron che però ribatte: “Io dico no, questa è la Gran Bretagna. Noi non evitiamo lo scontro. Noi rimaniamo. Noi risolviamo i problemi”. Per questo, continua il premier, “abbiamo mantenuto i controlli ai confini quando gli altri li hanno tolti”, per questo “abbiamo tenuto la sterlina quando gli altri sono passati all’euro”. È perché “facciamo le cose alla nostra maniera”, spiega. Allo stesso modo, rivendica, Londra ha deciso non solo da cosa stare fuori ma anche di cosa fare parte. “Chi pensate abbia ottenuto che l’Europa aprisse i negoziati commerciali con l’America?” o “chi pensate ha ottenuto che l’Europa concordasse con le sanzioni sull’Iran, che hanno riportato il Paese al tavolo dei negoziati?”. “Noi – risponde Cameron – La Gran Bretagna, lo abbiamo fatto”. E forte di questo, Cameron è convinto che Londra abbia tutte le carte in regola per chiedere di essere ascoltato dall’Ue.