Bruxelles – Gli Stati membri hanno dato il via libera allo scambio automatico delle informazioni sui tax rulings, sugli accordi fiscali anticipati tra le imprese e gli Stati che spesso vengono utilizzati dalle multinazionali per spostare i propri profitti dove verranno tassati di meno e evadere così le imposte. Il Consiglio Ue, tra l’altro proprio sotto la presidenza del Lussemburgo, lo Stato accusato da sempre di abusare di questo strumento, ha trovato un accordo in tempi velocissimi appena dopo 7 mesi da quando la Commissione europea ha proposto la direttiva che toglie agli Stati la discrezionalità sulla scelta dei dati che possono essere tenuti segreti. Ma l’accordo è stato raggiunto dimezzando la retroattività del provvedimento da 10 a 5 anni, e addirittura a 3 per tax rulings non più in vigore. Questo significa che verrà ridotta di moltissimo la possibilità di scoprire gli imbrogli del passato. Il provvedimento dovrebbe essere approvato entro l’anno ed entrare in vigore nel 2017, quindi le informazioni sui primi tax ruling attivi che verranno scambiate risaliranno massimo al 2012 e al 2014 per quelle non più validi. “La retroattività di 10 anni avrebbe comportato un lavoro amministrativo enorme, perciò lo abbiamo ridotto a 5, che è una lunghezza che è sufficiente a coprire tutti i tax ruling attivi, visto che raramente gli accordo valgono più di questo tempo”, giustifica il rappresentante della presidenza lussemburghese, il ministro delle Finanze Pierre Gramegna. Lo scambio di informazioni dovrà inoltre garantire la riservatezza delle imprese.
Questa approvazione in Consiglio arriva il giorno dopo la pubblicazione del piano di Ocse per la lotta all’evasione fiscale, che contiene tra le misure richieste proprio la trasparenza sui tax rulings. “Quando andremo al G20 potremo orgogliosamente dire di essere stati dei precursori”, dichiara l’autore della direttiva, Pierre Moscovici. Quella di oggi, per il commissario agli Affari economici, “è una prima vittoria in questa rivoluzione che dobbiamo vincere” per combattere l’evasione fiscale in Europa, e ora grazie a questa direttiva “ci sarà più apertura e cooperazione tra gli Stati senza discrezionalità nella scelta di quali informazioni condividere e con chi”. “In questo modo potremmo combattere i piani fiscali aggressivi”, assicura il commissario, anche perché “tutte le informazioni saranno scambiate anche con la Commissione che potrà svolgere quindi il suo ruolo di supervisore”.
Fino ad oggi lo scambio di informazioni era facoltativo, e tale rimarrà fino al 2017 anche se, secondo Moscovici “l’approvazione all’unanimità di questa direttiva potrebbe essere uno slancio a uno scambio spontaneo più frequente a partire da subito”.