Bruxelles – Bisogna lavorare di più sul terreno e tradurre le idee in azioni concrete. E’ quanto emerge dalla revisione della strategia Ue che mira a porre fine alla perdita di biodiversità e al degrado dei servizi ecosistemici, entro il 2020. Oltre tre quarti dei principali habitat naturali nell’Ue sono attualmente in condizioni insoddisfacenti, e molte specie sono a rischio di estinzione. L’effettiva protezione delle diversità biologiche, emerge dalla revisione, dipenderà dall’intensità con cui le politiche in materia di agricoltura, silvicoltura, pesca, sviluppo regionale e commercio, saranno integrate alla strategia di difesa per la natura.
Un sondaggio d’opinione a livello europeo, conferma che la maggioranza dei cittadini, dei Paesi membri, è preoccupata per le conseguenze della perdita di biodiversità ed è consapevole delle ripercussioni negative che questo fenomeno può avere sulla salute e il benessere degli esseri umani, e in ultima analisi anche sul nostro sviluppo economico a lungo termine. La revisione odierna tuttavia non ha rilevato solo lacune, Il ripristino degli habitat naturali e la costruzione di infrastrutture verdi continuano a essere punti di forza della strategia di salvaguardia ambientale e sicuramente saranno fonte di sviluppo e beneficio nell’agricoltura, pesca e silvicoltura. Questi ultimi settori sono spesso deteriorati dalla rapida diffusione di specie esotiche invasive, che recano un danno economico all’Ue di circa 12 miliardi di euro l’anno, oltre ad essere una delle minacce maggiori per gli ecosistemi.
“Possiamo imparare molto da questa revisione, resta ancora molto da lavorare per colmare le lacune e raggiungere gli obiettivi in materia di biodiversità nel 2020” ha evidenziato il commissario europeo responsabile per l’ambiente, Karmenu Vella, concludendo: “La perdita di biodiversità significa perdere il nostro sostegno alla vita. Non possiamo permettercelo, né può permetterselo la nostra economia”.
La strategia mira anche a tener fede agli impegni mondiali in materia di biodiversità nel quadro della convenzione sulla diversità biologica e contribuisce alla nuova agenda di sviluppo sostenibile a livello mondiale entro il 2030. I benefici economici e sociali che garantisce la natura sono enormi, la protezione della nostra biodiversità è un obiettivo primario sia per l’Ue, che si impegnerà finanziariamente a portare a termine gli obiettivi del 2020, sia per i cittadini, che a loro volta devono riconoscere e rispettare il valore del capitale naturale.