Bruxelles – L’economia dell’Unione europea è grande quasi quanto quella statunitense, eppure il suo mercato azionario è meno della metà. Le Pmi degli Usa ricevono dal mercato prestiti in maniera cinque volte superiore mentre le nostre sono dipendenti da quelli bancari, che spesso non riescono nemmeno ad ottenere. La Commissione europea vuole provare a colmare questo Gap e per farlo ha proposto un piano d’azione, da realizzare entro il 2019, per l’Unione dei mercati dei capitali con diversi step a breve e medio termine. I primi riguarderanno il rilancio della cartolarizzazione di alta qualità e la rimozione degli ostacoli agli investimenti transfrontalieri per semplificare l’accesso ai necessari finanziamenti per imprese e progetti infrastrutturali, indipendentemente dal Paese in cui sono portati avanti. “So che l’Unione dei mercati finanziari può sembrare una cosa astratta ma non lo è. Significa creare le condizioni giuste per assicurare flussi di finanziamenti dai risparmiatori europei verso le imprese”, ha assicurato il commissario ai Servizi finanziari, Jonathan Hill, che ha spiegato: “Al centro del nostro piano d’azione c’è la volontà di creare un sistema che venga incontro agli interessi finanziari delle nostre imprese, dalle più piccole alle più grandi, nei diversi livelli del loro sviluppo”.
La cartolarizzazione è il processo con cui le banche, o un ente che fa prestiti, crea uno strumento finanziario che raggruppa alcuni di questi prestiti e li rivende a investitori per aumenta la liquidità e liberare capitali bancari. Le cartolarizzazioni sono state al centro della crisi del 2009 negli Usa, e non a caso il loro livello in Europa è precipitato del 42%. Ne venivano fatte per un valore di 374 miliardi all’anno nel periodo 2001-2008 mentre nel 2014 sono state solo per 216 miliardi. “Se potessimo ritornare ai livelli pre-crisi questo vorrebbe dire avere altri 100 miliardi di investimenti nell’economia”, ha affermato Hill. Per farlo la Commissione propone di istituire un quadro normativo più semplice, trasparente e standardizzata, e che sia soggetto a un’adeguata vigilanza per evitare abusi.
Per aumentare gli investimenti nelle infrastrutture, ha spiegato ancora Hill “definiremo meglio questo tipo di investimenti e ridurremo i requisiti di capitale ad essi associati riducendo del 30% gli oneri di rischio”. La Commissione creerà una classe a sé stante di attività infrastrutturali riducendo l’importo del capitale che le imprese di assicurazione devono detenere a copertura degli strumenti di finanziamento, in media la riduzione dovrebbe essere del 25%.
Oltre a questi due interventi a breve termine entro la fine dell’anno la Commissione annuncerà le sue proposte di modifica della direttiva relativa al Prospetto, intese a semplificare e rendere meno onerosa la raccolta di capitali per le piccole e medie imprese. “I prospetti possono essere dei veri intoppi, grandi centinaia di pagine e che possono costare migliaia di euro. Avanzerò una proposta per modernizzarli in modo tale che possano fornire informazioni chiare agli investitoti ma facendo in modo che siano accessibili alle Pmi”, ha affermato Hill. Verranno poi lanciate due consultazioni sui fondi per il venture capital e sulle obbligazioni garantite.
Il segretario generale di Eurochambres, Arnaldo Abruzzini, ha definito “realistico” il piano d’azione perché “riconosce la forte dipendenza delle imprese Ue dal credito bancario”, e per questo “cerca giustamente di fare del finanziamento sul mercato un’opzione più praticabile, anche per le piccole imprese con limitate opportunità di investimento nel mercato domestico”.
Per il direttore generale di BusinessEurope, la Confindustria europea, Markus J. Beyrer, nel piano d’azione ci sono “proposte eccellenti” da “implementare immediatamente” per riportare l’economia Ue “verso un cammino di crescita sostenibile incentivato da investimenti”. Beyrer è consapevole che “rafforzare il ruolo dell’unione dei mercati capitali per assicurare finanziamenti a imprese e opere infrastrutturali non è una cosa che si fa in una notte”, ma “è una sfida chiave”. Per Sylvie Goulard del gruppo dei liberali Alde al Parlamento europeo. “bisogna chiarire che l’obiettivo non è soltanto quello di incrementare le attività di mercato, ma anche di diversificare le fonti di finanziamento per spingere investimenti e crescita”.