Roma – “L’Europa non ceda alla paura”. La chiusura del discorso tenuto dal presidente del Consiglio Matteo Renzi all’Assemblea generale Onu racchiude il leitmotiv della sua idea di come la comunità internazionale, e l’Unione europea in particolare, debbano affrontare le grandi sfide politiche mondiali.
Per cominciare, la questione dei flussi migratori. “Non è un problema di numeri”, sostiene, ma di “paura che attraversa la nostra società”. E dal momento che l’Europa “è nata per sconfiggere la paura”, diventa “intollerabile” lidea di veder sorgere nuovi muri nell’Ue che è stata costruita “per abbatterli”.
Ancora la paura è l’elemento su cui si fonda il terrorismo, e “la nostra Europa corre il rischio di vederne crescere il seme malvagio in casa propria”. Per scongiurarlo, ha sottolineato l’inquilino di Palazzo Chigi, bisogna combattere una battaglia che è prima di tutto “culturale” e poi serve il “coraggio di guardare in faccia la realtà: l’Isis è un nemico pericoloso alle nostre porte”, contro il quale bisogna agire.
La linea di intervento passa per la soluzione della crisi in Siria, ha rimarcato il premier indicando la strada del dialogo: “L’unica via è quella di restituire la parola alla politica per avviare un processo verso la transizione”. Un percorso che non può essere praticato senza la Russia, aveva dichiarato in una intervista al Wall Street Journal, confermando le divisioni europee con una posizione assai distante dall’interventismo del presidente francese François Hollande.
Sempre la diplomazia, secondo Renzi, deve tornare a guidare il processo di pace tra Israele e Palestina, rilanciando il progetto dei “due stati che vivano uno a fianco all’altro in sicurezza”, e deve portare alla pacificazione della Libia. Dopo un invito affinché tutte le parti si siedano attorno al tavolo per costruire un governo di unità nazionale, il premier offre la disponibilità dell’Italia ad assumere “un ruolo guida per un meccanismo di assistenza e stabilizzazione, con il sostegno della comunità internazionale”, se il futuro esecutivo libico “ce lo chiederà”.
L’intenzione di Renzi non è solo di guadagnare una leadership per la normalizzazione della Libia. La sua ambizione è ritagliare per l’Italia un ruolo di primo piano nell’intero scacchiere internazionale. Per questo ha annunciato la candidatura del nostro Paese a un seggio non permanente nel Consiglio di sicurezza Onu, “con il motto ‘costruire la pace di domani‘”.