Bruxelles – Sulla sua entrata in vigore a partire dal 1 gennaio 2016 l’Ue era stata inamovibile, anche di fronte delle resistenze della Russia. A creare problemi all’Accordo di associazione tra Unione europea ed Ucraina, ora però potrebbero essere i Paesi Bassi. In particolare l’iniziativa del portale satirico “Geenstijl”, noto per le sue notizie irriverenti su materie controverse come Islam e immigrazione. Il sito ha raccolto più di 450mila firme per obbligare le autorità olandesi ad indire un referendum nel Paese sull’attuabilità dell’accordo di associazione tra Ue e Ucraina.
Abbondantemente superata la soglia minima di 300 mila firme, necessaria nei Paesi Bassi per chiedere un referendum, ora il governo olandese, europeista, si troverà a gestire una partita imbarazzante. Lo abbiamo fatto “per amore della democrazia nei Paesi Bassi e in Europa e per mandare un segnale a L’Aia e a Bruxelles”, spiega il sito. La consultazione non è comunque vincolante: secondo la legge nazionale, se l’affluenza è superiore al 30% e la maggioranza dovesse esprimersi contro l’accordo, il governo dovrebbe riesaminare la legislazione in materia, ma potrebbe comunque decidere di non modificare le sue intenzioni. Certo rimarrebbe la difficoltà di mostrare che l’opinione pubblica viene ignorata.
Ma la situazione non è imbarazzante solo per il governo olandese. Anche a Bruxelles un eventuale referendum contrario all’accordo di associazione creerebbe non pochi fastidi. Perché l’accordo possa entrare in vigore serve la ratifica di tutti e ventotto gli Stati membri e del Parlamento europeo, che però si è già detto favorevole all’intesa. “Al momento solo 22 Paesi hanno notificato al segretariato generale la ratifica dell’accordo”, spiega la portavoce Ue per gli Affari esteri, Maja Kocijancic e “tra questi non ci sono i Paesi Bassi”. Se dunque il referendum dovesse fare cambiare idea al governo, si creerebbe un problema non indifferente. In ogni caso, specifica la portavoce, “una parte rilevante dell’accordo è già applicata in via provvisoria e quella commerciale lo sarà comunque dal 1 gennaio 2016, sempre in via provvisoria”. Per l’effettiva entrata in vigore serve invece la ratifica di tutti. Paesi Bassi inclusi.