Bruxelles – Lo scandalo LuxLeaks, sulle agevolazioni fiscali concesse dal Lussemburgo a diverse multinazionali per assicurare i loro investimenti nel Paese, si arricchisce di una nuova pagina. Il presidente Jean-Claude Juncker avrebbe mentito in una audizione al Parlamento europeo riguardo alla sua conoscenza dell’esistenza di un rapporto segreto sulle pratiche scorrette nel Paese al tempo in cui era premier.
Il rapporto fu scritto nel 1997 dall’allora deputato, e in seguito ministro dell’Economia, Jeannot Krecké. Una pagina di quel rapporto fu ritenuta troppo scottante e non resa pubblica ma distribuita in sole tre copie, una delle quali rimase allo stesso Krecké, l’altra consegnata al socialdemocratico Lucien Lux, e una consegnata appunto a Juncker.
Durante l’audizione nella commissione speciale sul Tax ruling, istituita dal parlamento europeo proprio per fare luce sugli scandali come quello del LuxLeaks, l’eurodeputato tedesco della Gue, Fabio De Masi, ha chiesto a Juncker di visionare quel vecchio, ma a quanto pare importante documento. Il presidente ha detto di non poter accontentare la richiesta, non avendo all’epoca ricevuto la pagina secretata di quel documento. “Non ne ero a conoscenza (della sua esistenza, ndr) fino al momento in cui il signor Krecké ne ha parlato in un’intervista, quindi non posso essere stato io ad averla eliminata perché non sapevo che esistesse”, aveva affermato. “Non è stato il governo a chiedere che fosse secretata, fu una sua scelta”, aveva continuato affermando “di non avere quella pagina nella mia cantina”.
Ma sabato, lo stesso Krecké ha confermato al Der Spiegel di aver personalmente consegnato nel 1997 il rapporto, completo della pagina segreta, a Juncker che quindi sarebbe a conoscenza non solo della sua esistenza, ma delle irregolarità che regnavano nel sistema.
Il presidente della Commissione europea “non ha risposto alle domande in Parlamento in modo veritiero e questo è intollerabile”, ha attaccato De Masi che ha chiesto una nuova audizione nonché “ai grandi gruppi dell’Aula di porre fine alla loro opposizione a una vera e propria commissione di inchiesta sulla faccenda”.