Bruxelles – Qualcuno si è già arrabbiato, altri ancora faticano a credere che non si tratti di uno scherzo. Il Parlamento europeo di Bruxelles, costruito nel 1993, ha già bisogno di essere restaurato da cima a fondo? Per molti degli stessi inquilini la notizia è arrivata come una doccia fredda e fatica a trovare spiegazioni. “Sono sconcertato”, mi sembra un “piano fantascientifico”, denuncia parlando con Eunews Fabio Massimo Castaldo, capo delegazione del Movimento 5 Stelle al Parlamento europeo secondo cui è impossibile “spiegare ai cittadini che in un momento di crisi economica perdurante bisogna spendere decine, centinaia di milioni per questo”. In effetti la cifra esatta ancora non c’è nella proposta messa nero su bianco dal segretario generale dell’istituzione europea Klaus Welle, ma dalle carte è facile intuire che si tratterà di una somma tutt’altro che irrisoria. Si parla di porre rimedio allo “stato di generale degrado della costruzione”, di rifare gli uffici dei deputati che dovrebbero in futuro avere non più due ma tre stanze e di prevedere uffici aggiuntivi da tenere come “riserva” nel caso di ingresso di nuovi Paesi nell’Ue.
“Non mi sembra che le condizioni dell’edificio siano tali da giustificare un intervento di questa portata”, commenta Castaldo. E soprattutto: “Siamo sicuri che questi nuovi uffici servano? Anche qualora ci fossero allargamenti – fa notare il deputato – è previsto che il numero dei deputati rimanga invariato quindi sarebbe sufficiente una nuova allocazione di quelli esistenti”. E quanto allo stato di degrado di un edificio che nel 2019 avrà 25 anni: “Sul fatto che questo sia il tempo di vita di un edificio sono molto perplesso, mi sembra una giustificazione”, sottolinea Castaldo secondo cui “o l’edificio è stato fatto male e allora chi ha sbagliato deve pagare o c’è qualcosa di insolito e poco giustificabile”.
Bisogna vederci chiaro anche secondo il leghista Lorenzo Fontana: “Se l’edificio è stato costruito male – chiede – si facciano delle ricerche serie perché non vorrei che la questione ora venisse sollevata come pretesto”. E in ogni caso, sottolinea l’esponente del Carroccio, “i costi di un’eventuale ristrutturazione non devono ricadere sui cittadini europei, che hanno già speso l’equivalente di un miliardo di euro nel 1993 e ora si sentono dire che con tutti quei soldi l’edificio è stato costruito con materiale di seconda mano così da poterci speculare”. Un lavoro di questo tipo, conclude Fontana, “sarebbe uno spreco, l’ennesimo spreco di questa Ue, che ricordo ha due sedi del Parlamento a 450 km di distanza”.
I deputati italiani non sono gli unici ad essere polemici sulla questione. Il vice leader degli indipendentisti dello Ukip, Paul Nuttall, non ha dubbi: “Il Parlamento europeo è stato costoso da costruire e sarà esorbitante da ristrutturare”. Non che i lavori possano portare grandi risultati: “Si può mettere il rossetto ad un maiale, ma rimane un maiale”, commenta con il Daily Mail. “La Houses of Parliament di Londra ha 150 anni e solo ora stiamo avendo un serio dibattito su una completa ristrutturazione”, racconta Ashley Fox, leader dei Tory britannici al Parlamento europeo: “Ad un osservatore casuale – aggiunge – non c’è nulla che non vada nell’edificio quindi spero che i funzionari non spendano soldi solo perché possono farlo”.
Preoccupazioni premature per chi sta seguendo da vicino la faccenda, secondo cui tutto è ancora “ad uno stadio embrionale”. È una prassi normale, ricordano dal Parlamento, quella di verificare, dopo 25 anni, le condizioni di un edificio in cui lavorano migliaia di persone e che ha già manifestato problemi, come il crollo di un solaio della plenaria nel 2012. Non è affatto detto, poi, che si decida per una ristrutturazione così massiccia, si potrebbe anche optare per una “leggera” messa a nuovo. Insomma per ora il progetto è solo una possibilità, ma se dovesse concretizzarsi di sicuro non avrà vita semplice.