Bruxelles – Il voto di domenica in Catalogna non agita solo la Spagna. Qualcosa sta succedendo anche negli uffici della Commissione europea a Bruxelles, dove nessuno ufficialmente vuole parlare di un tema di politica nazionale, ma dove la questione è finita al centro di un piccolo mistero. Tutto ruota intorno ad un’interrogazione scritta, presentata alla Commissione europea dall’eurodeputato spagnolo Santiago Fisas Ayxelà del Ppe. L’europarlamentare si rivolge a Jean-Claude Juncker a proposito della dichiarazione unilaterale di indipendenza che il presidente catalano, Artur Mas, ha annunciato in caso di vittoria alle elezioni regionali, che sono state trasformate di fatto in una sorta di referendum sull’indipendenza della regione.
Una dichiarazione simile “non è conforme alla Costituzione spagnola, cerca di danneggiare l’integrità territoriale spagnola e non sarà riconosciuta dal governo spagnolo”, fa presente l’eurodeputato nella sua interrogazione alla Commissione, ponendo poi la domanda chiave: “La Commissione riconoscerà la dichiarazione o rispetterà l’integrità territoriale della Spagna e la competenza dello Stato spagnolo nella gestione dei suoi affari interni e le sue funzioni essenziali come Stato?”.
Ma la risposta (in inglese) del presidente Juncker rifiuta di entrare nel merito proponendo uno dei grandi classici del formulario delle istituzioni: “Non spetta alla Commissione esprimere una posizione su questioni di organizzazione interna legate alle disposizioni costituzionali in un particolare Stato membro”. Insomma impossibile avere altri commenti dell’esecutivo Ue sul tema? Tutt’altro. Basta guardare la versione spagnola della risposta della Commissione europea all’interrogazione che in teoria dovrebbe essere una pedissequa traduzione, e invece è un documento completamente diverso.
In più, rispetto alla stringata risposta in inglese, qui compare un intero paragrafo, molto chiaro in termini di contenuti: “La determinazione del territorio di uno Stato membro è stabilita unicamente dal diritto costituzionale nazionale e non dalla decisione di un parlamento regionale, contraria alla costituzione di tale Stato”, è scritto nero su bianco in questa seconda versione. Non solo: l’Unione, continua il testo, “rispetta le funzioni essenziali dello Stato, in particolare quelle volte a garantire l’integrità territoriale”. Tutta un’altra cosa rispetto al ‘no comment’ del testo inglese.
Qual è allora la posizione ufficiale della Commissione? “C’è solo una versione autentica” della risposta, assicura la portavoce della Commissione Ue, Mina Andreeva, secondo cui bisogna guardare esclusivamente al testo inglese, quello su cui “il Presidente ha concordato e che porta la sua firma”. Già, e l’altra versione allora? Un “errore umano”, lo definisce al portavoce assicurando che, come sempre quando accadono errori, la Commissione “sta guardando al suo interno per cercare di stabilire i fatti”. D’altra parte, sottolinea la portavoce, bisogna prendere atto che in un’istituzione in cui lavorano 35mila persone “gli errori umani accadono” ma si deve anche avere chiaro che “nessuno può manipolare la Commissione”.
Una sottolineatura non casuale: le interpretazioni dell’accaduto, in Spagna, stanno già fiorendo con i catalani convinti che non si tratti tanto della svista di un funzionario che si è fatto prendere la mano, quanto piuttosto di una manipolazione voluta, in cui c’è lo zampino del governo spagnolo.