Bruxelles – “La decisione politica è presa, gli asset sono pronti”: l’operazione dell’Unione europea per la distruzione dei barconi degli scafisti è pronta a partire e lo farà questo 7 ottobre. Ad annunciarlo è l’Alto rappresentante per la politica estera Ue, Federica Mogherini, in visita al quartier generale della missione a Roma. Fino ad ora l’operazione, lanciata lo scorso 1 luglio, si è concentrata su attività di intelligence per conoscere meglio il “business model” degli scafisti ed essere pronta a smantellarlo in un secondo momento. Ora il momento è arrivato: dopo la proposta di Mogherini e dell’ammiraglio italiano Enrico Credendino che guida la missione e il via libera degli Stati membri si passerà alla fase due. “A meno che non accada qualcosa di imponderabile – ha spiegato da Roma Mogherini – le operazioni inizieranno il 7 ottobre. Come dicono gli arabi ‘inshallah’”.
La fase che scatterà a giorni consisterà in operazioni di abbordaggio, perquisizione e confisca delle imbarcazioni e degli strumenti usati dai trafficanti in acque internazionali. Azioni che fino a questo momento non sono state effettuate, anche quando ce ne sarebbe stata la possibilità. “In queste settimane – ha spiegato l’Alto rappresentante – sono stati evidenziati 20 casi in cui saremmo potuti intervenire se fossimo stati pronti. Non è un numero irrilevante”. La prima fase ha portato comunque risultati significativi: “15 fermati e 2.146 vite salvate”, fa i conti Mogherini. Ma ora la vita per gli scafisti dovrebbe diventare molto più complicata.
“La visita al centro di comando dell’operazione è stata un’occasione per essere aggiornata su quanto fatto nella fase uno”, racconta il capo della diplomazia Ue, assicurando: “Ora sappiamo come lavorano i trafficanti di esseri umani della rotta centrale del mediterraneo e siamo pronti a smantellare la loro rete”. Sugli scafisti resta infatti il focus della missione: “Il deterrente dell’operazione Ue – spiega Mogherini – è rivolto ai trafficanti e non ai migranti che sono le vittime”. Vittime ancora numerose lungo la rotta del Mediterraneo, che nonostante buona parte del flusso si sia spostata sulla rotta dei Balcani occidentali, “rimane la più mortale”.
E proprio per sottolineare la volontà di invertire questa tendenza, Mogherini ha proposto di rinominare l’operazione “Sofia”, come la bambina nata recentemente a bordo di una delle navi impegnate nell’operazione. Un gesto simbolico, ha sottolineato l’Alto rappresentante, “per dare un segnale di speranza e per onorare le vite delle persone che stiamo salvando e proteggendo”.