Roma – L’Italia riuscirà a spendere entro la fine dell’anno tutti i fondi strutturali europei della programmazione 2007-2013, e entro ottobre completerà l’approvazione di quella relativa al periodo 2014-2020. Lo ha garantito il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti, ai 12 parlamentari europei che si sono recati in visita in Sicilia per verificare i risultati delle politiche Ue di coesione. Già 47 dei 50 programmi previsti hanno ottenuto il via libera della Commissione europea. Per i 3 rimanenti – due programmi regionali di Calabria e Campania e quello nazionale Legalità – dovrebbe dunque essere questione di settimane.
La delegazione di eurodeputati si è recata nell’Isola sulla spinta della siciliana Michela Giuffrida (S&D), che ha spiegato di tenere “molto a questa visita” perché dà modo ai suoi colleghi di “vedere le eccellenze di questa terra, ma anche conoscere le autorità regionali e nazionali”. Così, ha proseguito, sarà possibile “tornare a Bruxelles con strumenti utili per lavorare a migliorare le politiche di coesione dell’Unione europea”.
Il socialista francese Younous Omarjee, presidente della delegazione, ha sottolineato che se i fondi assegnati alla Sicilia vengono spesi bene “a guadagnarne non è solo l’isola stessa ma tutta l’Europa”. Riguardo alle frodi sui finanziamenti Ue, l’esponente del gruppo S&D ha rimarcato che ammontano a circa “400 milioni all’anno” e “non riguardano solo i Paesi del Sud”. Al contrario, ha aggiunto, si verificano in “molti degli Stati membri, quindi non ha senso puntare il dito solo sulla Sicilia”.
Critico sull’efficacia della visita il conservatore britannico Andrew Lewer. Oltre a osservare “le eccellenze della Sicilia orientale”, ha dichiarato, “mi piacerebbe sapere di più su quei fondi strutturali utilizzati per progetti che hanno funzionato male o che non hanno funzionato affatto”.
A Catania, i deputati di Strasburgo hanno incontrato le autorità dell’Isola. Il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Giovanni Ardizzone, ha illustrato loro come la Regione intende spendere i 4,5 miliardi della programmazione 2014-2020, giudicando “positivo” l’incontro e auspicando “possa dare presto i suoi frutti”. Enzo Bianco, sindaco della Città etnea, ha chiesto “oltre a un maggior aiuto nel gestire l’emergenza immigrazione”, altre “tre cose”: la reintroduzione del credito di imposta per le imprese, un accesso più diretto ai fondi comunitari da parte dei Comuni, e la rottura del “circolo vizioso” che impedisce di accedere ai fondi Ue perché mancano le risorse per la progettazione necessaria.
Intanto, sull’altra grande isola italiana, la Sardegna, si corre contro il tempo per non perdere i fondi della programmazione 2007-2013 che vanno spesi entro il 31 dicembre 2015. Un obiettivo che dovrebbe essere raggiunto grazie alla rimodulazione dei programmi proposta dal Comitato di sorveglianza europeo. Lo ha reso noto la stessa Regione Sardegna dopo l’incontro tra le autorità regionali competenti e i funzionari della Commissione europea e dell’Agenzia nazionale per la coesione territoriale.