Roma – Il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni è intervenuto oggi alla riunione degli ambasciatori dei Paesi membri dell’Unione europea, organizzata a Roma dalla presidenza di turno lussemburghese. Immigrazione, crisi siriana e processo di pacificazione in Libia i temi all’ordine del giorno.
A seguito degli esiti della riunione dei ministri degli Interni Ue di ieri, e nell’imminenza della riunione straordinaria dei capi di Stato o di governo, Gentiloni ha ribadito l’importanza di una risposta unitaria e ambiziosa dell’Europa alla grande sfida delle migrazioni, con la quale tutti i Paesi dell’Unione sono ormai chiamati a confrontarsi.
Riferendosi ai principali fronti di crisi, il ministro ha richiamato l’urgenza di raggiungere un’intesa per una transizione politica in Siria – fondata sul piano Onu e sostenuta dall’Unione europea – e di finalizzare rapidamente l’accordo tra le parti in Libia, per consentire la nascita di un governo di unità nazionale.
Su quest’ultimo punto, in una nota diramata dal suo ufficio stampa, il numero uno della Farnesina saluta come “un ulteriore passo in avanti” il documento presentato dall’inviato speciale delle Nazioni unite Bernardino Leon, testo sulla base del quale le fazioni libiche sono chiamate a concludere un accordo. Secondo il capo della diplomazia italiana, “è necessario che tutte le parti tornino al tavolo dei negoziati, subito dopo la festività dell’Eid, con rafforzata volontà di finalizzare l’accordo il più rapidamente possibile, individuando i vertici di un governo inclusivo e rappresentativo”.
Per Gentiloni, “non è pensabile alcuna marcia indietro” sul negoziato, soprattutto ora che “siamo così vicini al risultato”. Il ministro, confermando la disponibilità italiana a sostenere il futuro governo unitario della Libia, ha lanciato un monito alle parti in causa: “Chi dovesse adesso ritirarsi dall’accordo, o frapporre ulteriori ostacoli al suo raggiungimento, si assumerà la pesante responsabilità di perdere ogni credibilità davanti alla popolazione libica e di autoescludersi di fronte alla comunità internazionale”.