Bruxelles – “La domanda che ci dobbiamo porre stasera è: come si può riguadagnare il controllo dei nostri confini esterni? Altrimenti non ha alcun senso anche solo parlare di una politica europea comune sull’immigrazione”. Intorno a questo punto fondamentale deve ruotare la riunione dei capi di Stato e di governo, secondo il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk. “La posta in gioco – dice – è il futuro di Schengen e un comune spirito europeo”. Secondo Tusk dobbiamo prendere atto che i conflitti in Siria e Iraq “non termineranno presto” e che “stiamo parlando di milioni di potenziali rifugiati che cercano di raggiungere l’Europa, non migliaia” visto che quelli ci sono otto milioni di profughi in Siria e quattro in Turchia. “Ho realizzato – dice Tusk dopo il suo viaggio in Medi Oriente – che questi partner si aspettano il nostro aiuto per risolvere i problemi dei rifugiati piuttosto che pensare come loro possono aiutare noi”.
Merkel: Ue sia più attiva su fronte esterno – L’Unione europea deve diventare “più attiva” sul fronte esterno del dossier migrazione, affrontando le cause, sostenendo la Turchia e rafforzando le frontiere esterne. Lo sostiene la cancelliera tedesca, Angela Merkel, arrivando al vertice informale dei capi di Stato e di governo Ue sull’immigrazione. “Dobbiamo diventare più attivi sul fronte esterno e credo che la Ue abbia la forza di farlo”, assicura. Merkel dice di attendersi dal vertice di oggi “soluzioni ragionevoli per affrontare le cause del fenomeno”, anche “finanziando i programmi internazionali a sostegno dei rifugiati, come il Programma alimentare mondiale”, sostenendo la Turchia e rafforzando “i controlli ai nostri confini esterni, cosa che passa anche dagli hotspot”, che devono «registrare puntualmente chi arriva in Europa e riconoscere i richiedenti asilo”.
Orban: “Abbiamo delle leggi, dobbiamo applicarle” – “Schengen è una legge e noi dobbiamo usarla”, così il premier ungherese, Viktor Orban, arrivando al vertice dei capi di Stato e di governo sulla crisi dei rifugiati difende la scelta di chiudere i confini esterni all’Ue: “Non abbiamo sigillato i confini – dice – ma chiunque voglia entrare in Ungheria lo può fare legalmente”. Secoondo Orban è sbagliato parlare di “intenzioni” dell’Ungheria, si parla di “obblighi”. Orban nega anche di essersela presa con la Germania per la decisione di sospendere Dublino per accogliere i rifugiati siriani: “Non biasimo nessuno, la Germania è l’ultima”, assicura Orban, secondo cui Berlino “è in difficoltà e dobbiamo cooperare”.
Cameron: “Ue ha bisogno di approccio complessivo” – “Quello di cui l’Europa ha bisogno ora più che mai è un approccio complessivo a questa crisi, dobbiamo fare di più per stabilizzare i Paesi e le regioni da cui arrivano queste persone”. Ne è convinto il premier britannico, David Cameron. “Per quanto riguarda la Siria – dice arrivando al Consiglio europeo – la Gran Bretagna ha già dato oltre un miliardo di sterline, più di tutti gli altri paesi tranne gli Usa, e oggi posso annunciare altri cento milioni di sterline, inclusi 40milioni per programmi per l’alimentazione”. Per Cameron i rifugiati vanno nutriti e curati “non solo per aiutarli, ma anche per impedire che comincino a pensare di compiere questo pericoloso viaggio verso l’Europa che per loro è molto difficile e molto pericoloso”.
Tsipras: Ue vuole dire condivisione – “Unione europea vuole dire innanzitutto condividere: condividere le nostre responsabilità, i pesi, le capacità e il nostro futuro”, così il premier greco Alexis Tsipras entrando al vertice dei capi di Stato e di governo.
Hollande: chi non condivide valori Ue dovrebbe interrogarsi – “L’Unione europea è un insieme di valori, di principi, e quelli che non vogliono rispettarli dovrebbero interrogarsi sulla loro presenza nell’Ue”. Lo sostiene il presidente francese, François Hollande, commentando il voto di ieri sulla ripartizione di 120mila rifugiati a cui Repubblica Ceca, Slovacchia, Romania e Ungheria si sono opposti. Ora, dice, “la Francia vuole che la decisione possa essere accompagnata da controllo delle forntiere esterne con gli htospot, questi centri che devono registrare rifugiati e dire se sono beneficiari di asilo o no”. E poi, continua Hollande, “dobbiamo aiutare i Paesi dove si trovano ora i rifugiati”, in particolare Turchia, Giordania e Libano e oggi “aiuti importanti” saranno annunciati da Ue e Francia.