Bruxelles – Diciassette miliardi di euro per supportare gli investimenti sull’energia rinnovabile, la telecomunicazione, le infrastrutture idriche, la realizzazione di strade, ospedali e scuole e per dare una spinta finanziaria alle piccole imprese sia a livello europeo che mondiale. E’ il nuovo finanziamento approvato dalla Banca europea per gli investimenti, che ha anche approvato una nuova strategia per rafforzare il suo impegno a favore delle energie rinnovabili. La strategia garantisce l’utilizzo del 25% dei prestiti per l’esclusiva creazione di progetti relativi all’area climatica e allo stesso tempo sostiene investimenti nel settore privato, a favore di un’economia a basso consumo di carbonio.
Nell’area delle infrastrutture, la banca europea, ha messo a disposizione 7 miliardi, che saranno principalmente impiegati nella costruzione di impianti eolici lungo le coste del Regno unito e del Belgio, nella realizzazione di linee ferroviarie in Ungheria, Spagna, Francia, Germania, Bulgaria e Svezia, in miglioramenti nei collegamenti autostradali tedeschi e nel perfezionamento della connessione Internet ad alta velocità tra Portogallo e Germania. Per quanto riguarda il settore privato, gli azionisti della Bei hanno offerto 5,5 miliardi per sbloccare nuovi investimenti principalmente tra piccole società europee e africane, includendo così nuovi partner e operazioni bancarie. Ci sono stati inoltre significative proposte nell’ambito dell’istruzione: in Austria, Regno unito e Polonia, ci sarà la possibilità di avviare nuovi progetti scolastici e universitari.
La Bei ha anche preso decisioni economiche che non riguardano l’Ue. Si è dato i il via al compimento di nuove reti infrastrutturali in Ucraina, permettendo inoltre al Paese di auto-finanziarsi il combustibile necessario in vista dell’inverno. Finanziato anche un progetto per la produzione di energia in Egitto.
Il presidente della Bei, Werner Hoyer, si è espresso anche sull’emergenza migranti, offrendo alla Commissione il suo aiuto: “La Bei può aiutare gli Stati membri nel breve periodo, per esempio finanziando moduli abitativi per assicurare che le persone in arrivo siano ospitate con dignità” e anche “nel medio periodo, sostenendo investimenti rapidi in sanità, educazione e competenze”, ha spiegato Hoyer. Inoltre la Bei può contribuire “attraverso il lavoro che fa nei Paesi di origine dei rifugiati, aiutando a migliorare sul posto le condizioni economiche e sociali”.