dal nostro inviato ad Atene
Alexis Tsipras ha giurato, per la seconda volta quest’anno, come primo ministro della Grecia. Il residente della Repubblica, Prokopis Pavlopoulos, gli ha dato il mandato per la formazione del nuovo governo greco. Questa mattina il leader di Syriza è arrivato presto della sede del partito dove ha passato la giornata in riunione con gli altri dirigenti. Nel primo pomeriggio è arrivato anche Panos Kammenos, il leader di Anel, i Greci Indipendenti, che saranno di nuovo i compagni di governo in questa strana, ma ormai collaudata alleanza tra destra e sinistra. I nomi dei nuovi ministri dovrebbero essere annunciati domani ma una cosa è certa, avreanno vita piuttosto facile visto che i deputati che si oppongono al nuovo Memorandum sono una stregua minoranza. Visto il mancato raggiungimento del quorum da parte di Unità Popolare di Panagiotis Lafazanis, gli unici due partiti contrari all’accordo sono rimasti i comunisti del Kke che con il 5,5% dei voti avranno 15 seggi, e i neofascisti di Alba Dorata, terza forza politica del Paese che con il 6,99% dei consensi hanno eletto 18 deputati. 33 deputati in tutti che non saranno in condizione di fermare e nemmeno rallentare il corso delle riforme. Tutte le altre forze politiche, anche dall’opposizione, non faranno mancare il loro sostegno.
Il problema sarà insomma solo quello di trovare le persone capaci di implementarle. Sembra certo che Euclides Tsakaloto, l’uomo succeduto a Yanis Varoufakis al ministro delle Finanze e che ha condotto le trattative che hanno portato all’accordo con i creditori farà parte della squadra. Potrebbe di nuovo ricoprire il vecchio ruolo ma anche essere nominato vice di Tsipras con delega all’attuazione del Memorandum, in modo tale da monitorare il lavoro dei diversi dicasteri. La sfida per Syriza è di riuscire ad alleggerire il più possibile la durezza delle misure richieste e di controbilanciarle con interventi sociali che possano ottenere il via libera di Bruxelles. In questo si gioca non sol il suturo come forza di sinistra, ma anche i consensi nel Paese.
Altro nome in lizza per il delicato posto alle Finanze è quello di Giorgos Chouliarakis, che già ricopre il ruolo nel governo ad interim guidato dalla premier Vassiliki Thanou. Anche lui professore di economia formatosi in Gran Bretagna, ha insegnato all’Università di Manchester e a quella dell’Essex. È stato anche il capo dei negoziatori di Atene nelle trattative con Bruxelles, Tsipras lo scelse per rimpiazzare Nickolaos Theokarakis, vicino a Yanis Varoufakis. Il suo nome sarebbe gradito in Europa.
Con la crisi rifugiati in atto Tsipras è intenzionato a mantenere un ministero per l’Immigrazione, che potrebbe restare a Yannis Mouzalas che già ricopre il ruolo nel governo ad interim.
Alla presidenza del Parlamento questa volta Tsipras non commetterà di nuovo l’errore di mettere un ribelle, così come fece quando scelse la radicale, Zoe Konstantopoulou, che gli diede filo da torcere durante le sedute per l’approvazione delle riforme richieste dai creditori. Stavolta il posto sarà dato a un fedelissimo, si fanno i nomi di due veterani di Syriza, Nikos Voutsis e Yannis Dragasakis, già vicepremier nei sette mesi al potere.
Da capire quale sarà il ruolo di Anel nella compagine, probabile che Kammenos possa tornare alla Difesa, ma si parla anche della Giustizia. Il partito dovrebbe avere sempre un solo dicastero anche se i Greci Indipendenti hanno provato a strapparne due, o comunque qualche posto in più tra vice e sottosegretari, cosa che appare certa per assicurare la tenuta dell’esecutivo per 4 anni.