di Pablo Iglesias
Risulta sorprendente, paradossale, e anche ironico, che gran parte dei media stiano confrontando il veterano laburista Jeremy Corbyn a noi di Podemos. E, senza dubbio, hanno tutte le ragioni per farlo. Ma cosa può avere in comune il nuovo leader del vecchio partito politico fondato dai sindacati britannici con un movimento nato appena diciotto mesi fa in Spagna? In sostanza una cosa: il fallimento della “terza via” liberal-socialista.
Si è spesso detto del mio partito che rappresentiamo gli indignati, gli oltraggiati.
Questo non è sbagliato, ma è solo la metà di una spiegazione. Questo movimento in Spagna è l’espressione del fallimento del neoliberismo, l’ideologia politica che ha distrutto le protezioni sociali, l’industria e i sindacati, ha prodotto bolle speculative e una forma di consumo basato sul credito, e non si è dimostrato in grado di fornire soluzioni accettabili quando la crisi finanziaria ha accelerato la distruzione dei servizi pubblici, impoverendo i lavoratori e la classe media. Quando la crisi ha colpito la Spagna, il PSOE, tradizionalmente identificato con lo stato sociale, era al governo e non è riuscito a fornire un’alternativa.
Non solo il partito socialista spagnolo non ha saputo reagire come socialista, ma non ha neanche avuto il coraggio di rifiutare le politiche di austerità e di riduzione della spesa pubblica o di offrire un minimo di programma keynesiano di salvataggio. Il primo ministro José Luis Rodriguez Zapatero si è semplicemente arreso alla crisi, accettando le stesse misure che avrebbe approvato un governo conservatore. Lui stesso ha ammesso in un suo libro di memorie che sapeva che le misure che ha preso gli sarebbero costate le elezioni e la leadership del suo partito.
Questo fallimento ha contribuito ad una percezione pubblica dei due maggiori partiti spagnoli come quasi identici; essi incarnavano l’élite politica privilegiata, mentre i tagli imposti al welfare hanno impoverito la maggioranza della popolazione. La più grande espressione sociale della conseguente disaffezione del popolo è stato il 15-M, un movimento il cui messaggio principale è stato il rigetto dell’élite politica ed economica. Podemos è diventato l’espressione politico-elettorale di quel movimento, ma solo perché il partito socialista spagnolo è apparso a molti elettori come una copia del partito popolare.
La storia nel Regno Unito non è poi così diversa. Il successo del neoliberismo in Gran Bretagna ha significato la sconfitta del lavoro e della classe operaia inglese, un processo che si è sviluppato in diverse modalità simboliche. Ciò che mi ha commosso di più è stata la sconfitta che la Thatcher ha inflitto ai minatori, che hanno messo in opera una resistenza eroica. E quello che più mi ha offeso della “terza via” di Tony Blair, un diretto successore del thatcherismo, è che ha trasformato la socialdemocrazia in una sorta di nuovo social-liberismo che sarebbe poi diventato un punto di riferimento per tutti i partiti socialisti europei, in particolare per gli spagnoli.
Se Podemos è la migliore espressione della crisi di identità del socialismo spagnolo (non è una caso che da oltre un anno cercano di camuffarsi rendendosi simili a noi), Jeremy Corbyn è la migliore espressione della crisi di identità del partito laburista britannico. La sfida poteva provenire da fuori del partito (come in Scozia, dove i tradizionali elettori laburisti hanno compreso che lo Scottish National Party ha più a cuore i diritti sociali); invece è sorta dall’interno.
Ma non è importante che la sfida provenga da dentro o fuori. Finalmente abbiamo un alleato nel Regno Unito con cui condividiamo una diagnosi della crisi politica e un piano per la lotta per la difesa dei diritti sociali attraverso politiche per affrontare la disuguaglianza. Il nostro ruolo è semplicemente di rappresentare la maggioranza sociale, le masse colpite da un modello di governance finanziaria e politica destinata a favorire le élite finanziarie e le loro clientele.
Sono sempre di più i socialisti che si uniscono a noi per difendere la democrazia e per lottare contro l’austerità e le disuguaglianze. Possiamo solo dire: benvenuti, compagni. Camminiamo insieme.
La campagna diffamatoria contro Corbyn è già iniziata. Ancora una volta sentiamo il tipo di insulti che ha ricevuto il governo greco e che hanno lanciato contro noi di Podemos. E udiamo lo stesso tipo di condiscendenza negli avvertimenti di chi dice che Corbyn potrà essere soltanto una voce di opposizione ma non potrà mai governare. E invece, in tutta Europa, stiamo diventando sempre più forti. Benvenuto, Jeremy.
Pubblicato sul Guardian il 14 settembre 2015.