dal nostro inviato ad Atene
Alexis Tsipras ce l’ha fatta e ha vinto la sua scommessa. La decisione di tornare alle urne si è rivelata la mossa giusta e ora il leader di Syriza tornerà al governo con un mandato più forte e senza più opposizioni interne. Il partito dell’ex e futuro premier si è aggiudicato il 35% dei consensi, poco meno di gennaio (36,34%) e staccando ampiamente Nuova Democrazia di Vangelis Meimarakis che si ferma al 28% (qui tutti i dati). I 7 punti di distacco segnano anche l’ennesima sconfitta dei sondaggi che unanimemente davano i due partiti testa a testa. Alta l’astenzione, che arriva al 44%, molto più che a gennaio quando era stata del 35,38%, segno di stanchezza e disillusione da parte di tanti cittadini del Paese.
I Greci Indipendenti di Panos Kammenos arrivano al 3,64%, superando lo sbarramento e aprendo la strada così a un nuovo governo di coalizione. Syriza con il premio di maggioranza dovrebbe assicurarsi 145 seggi, i Greci Indipendenti 10 superando così la maggioranza assoluta (151) dei posti in Parlamento. “È un mandato chiaro per un governo che durerà quattro anni”, un mandato “per porre fine alla corruzione sistematica”, ha esultato Tsipras arringando i militanti del partito in festa in piazza Klafthmonos, a circa 100 metri da Syntagma. Sul palco con lui è salito anche Kammenos, a segnare la rinnovata alleanza. “Uniremo ancora le forze per continuare il lavoro iniziato a gennaio”, ha affermato Tsipras tra gli applausi. “Questa vittoria appartiene alla classe lavoratrice”, ha continuato, “e dimostra che Syriza è troppo dura per morire anche se era stata presa di mira da tanti”.
Lo sconfitto Meimarakis si era congratulato con il suo rivale dopo meno di due ore dalla chiusura dei seggi, quando il distacco in exit polls e primi risultati ufficiale era già tale da non lasciargli più speranze. Ma l’altro grande sconfitto è stato, Panagiotis Lafazanis, l’uomo che dopo la firma del terzo Memorandum aveva abbandonato Tsipras insieme ai suoi fedelissimi facendogli perdere la maggioranza in parlamento. La sua creatura politica, Unità popolare, nata da una scissione a sinistra di Syriza, non ha superato la soglia di sbarramento del 3% ed è rimasta fuori dal Parlamento. “Abbiamo perso una battaglia, ma non la guerra”, ha dichiarato mesto alla stampa quando i risultati erano diventati praticamente certi.
Da Bruxelles sono arrivate le prime dichiarazioni. Il presidente Martin Schulz si è congratulato affermando che “ora serve velocemente un governo solido pronto a mettersi all’opera”. Anche il presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, ha fatto i compimenti a Tsipras chiedendo poi “la veloce formazione di un governo con un forte mandato per continuare il processo di riforme”, contenute nel terzo Memorandum.