Roma – “L’Europa deve fare un salto di qualità politico. Se offriamo solo l’opzione di una Unione economica e monetaria falliamo, bisogna offrire l’opzione di una Unione politica” . Il primo vicepresidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, indica la strada di una maggiore coesione per affrontare temi come l’immigrazione, la politica per il Mediterraneo e la crisi ucraina. Intervenendo nella giornata conclusiva di ‘How can we govern Europe’, l’appuntamento annuale di Eunews, spiega che solo se L’Ue non rinuncerà a giocare “la sua partita politica” sarà possibile offrire alle giovani generazioni un “ideale in cui riconoscersi”.
Rafforzare l’integrazione è l’obiettivo indicato anche dal sottosegretario agli Affari europei Sandro Gozi. L’esponente dell’esecutivo ritiene si debba “approfondire l’Unione politica con chi ci sta”, e vede una occasione per farlo nel dibattito che si apre con la ridiscussione della partecipazione britannica all’Ue. “Attorno a quel nucleo di stati” che vorrà realizzare una più stretta integrazione, secondo Gozi, “si potrà poi discutere con il Regno unito e gli altri paesi, inclusa la Turchia che in prospettiva potrebbe entrare a farne parte”, a patto che “non sia la Turchia che vediamo oggi”.
Entrambi i relatori si sono detti contrari al restringimento dell’Ue, sebbene l’emergenza migranti stia facendo emergere divergenze – che alcuni considerano culturali – con i Paesi dell’Est. Al contrario, Gozi ribadisce che il governo “non ha interesse a che la Gran Bretagna esca dall’Unione, e ha invece interesse a che i Balcani occidentali vi entrino”, perché rappresenterebbero un fattore che può contribuire a una maggiore omogeneità e stabilizzazione della regione.
Se sul tema dell’integrazione e della coesione politica i due esponenti politici sono apparsi molto in sintonia, a dispetto della diversa appartenenza politica – Tajani è nella famiglia del Ppe, mentre Gozi sta in quella del socialismo europeo – sul ruolo che l’italia ha nell’Unione le divergenze sono profonde. Molto critico il vicepresidente degli eurodeputati, secondo il quale oggi “l’Italia non conta di più in Europa, neanche con il governo attuale che ha ottenuto un elevato consenso alle elezioni europee”. Gozi, che di quell’esecutivo fa parte, rivendica invece dei risultati positivi del semestre di presidenza italiano. “Parlavamo della necessità di considerare le frontiere italiane come frontiere europee e di rivedere il regolamento di Dublino” sul diritto di asilo, ricorda, e “molti paesi stanno venendo sulle nostre posizioni”. Inoltre, prosegue, in campo fiscale l’italia “sosteneva che l’applicazione delle regole del Patto di stabilità e crescita era stupida se fatta senza distinzione”, e adesso, dopo la comunicazione della Commissione europea sulla flessibilità, “quelle regole vengono applicate in maniera più intelligente”.