Bruxelles – La sospensione di Schengen si allarga sempre di più. Dopo la Germania, l’Austria anche la Slovenia ha deciso di reintrodurre, per un periodo iniziale di dieci giorni, i controlli alle frontiere con l’Ungheria. Per l’esecutivo Ue, a cui la decisione è stata notificata, la misura è “conforme alle regole”. Anche la Repubblica Ceca è intenzionata a fare lo stesso.
Da parte sua il premier un ungherese, Viktor Orban, ha annunciato la costruzione di un nuovo muro. “Costruiremo senza dubbio un’altra recinzione lungo la frontiera croata”, ha dichiarato in un’intervista al quotidiano Le Figaro e ad altre testate internazionali. A una domanda sulle parole della cancelliera tedesca Angela Merkel, secondo cui i migranti sono un’opportunità per l’avvenire dell’Europa, Orban ha risposto: “La cancelliera mi è piaciuta circa un anno e mezzo fa quando disse che il multiculturalismo era morto. Perché la minaccia del terrorismo è una cosa. Ma c’è anche la sfida dell’integrazione di questi musulmani. In Europa, non c’è stata: società parallele vivono una a fianco dell’altra. Non nego il diritto di una nazione di poter funzionare in questo modo. Ma noi, un Ungheria, non vogliamo seguire questa via”. E ancora: “I musulmani hanno un approccio alla vita completamente diverso dal nostro. Rispetto a loro non siamo per nulla competitivi. Se noi cristiani lasciamo i musulmani rivalizzare con noi sul continente – ha concluso Orban – verremo superati in numero, è matematico”.
Anche la Bulgaria è in allerta, il Paese ha inviato 50 soldati a presidiare il confine con la Turchia e potrebbe dispiegarne altri 160 entro stasera in vista di un possibile massiccio afflusso di rifugiati. Lo ha detto alla radio pubblica locale il ministro della Difesa, Nikolay Nenchev, ripreso dai media turchi. In totale alla frontiera potrebbero essere inviati fino a mille soldati.
Le misure decise dal governo bulgaro arrivano dopo che negli ultimi giorni migliaia di rifugiati, per lo più siriani, sono stati bloccati nella provincia nordoccidentale turca di Edirne, a pochi chilometri dal confine con la Grecia. “C’è stato un cambiamento nella situazione ed è difficile prevedere dove si riverserà l’ondata di rifugiati, quindi ci stiamo preparando”, ha detto Nenchev. Secondo il ministero dell’Interno di Sofia, nelle ultime 24 ore 660 migranti hanno cercato di entrare in Bulgaria attraversare il confine con la Turchia ma sono stati bloccati. Il ministro degli Esteri, Daniel Mitov, ha confermato ieri che la Bulgaria accoglierà altri 1.600 migranti, oltre ai 15 mila profughi fermati sul suo territorio negli ultimi sei mesi.