Bruxelles – La Commissione europea ha svelato la sua proposta per il nuovo meccanismo per la risoluzione delle controversie tra investitori e Stato. Il tribunale, nelle intenzioni di Bruxelles, dovrà essere inserito all’interno del Ttip, il trattato di libero scambio tra Europa e Stati Uniti in corso di negoziazioni, e dovrà sostituire il famigerato Isds, l’arbitrato privato che è al centro di feroci critiche tanto nell’opinione pubblica quanto nel Parlamento europeo.
“È chiaro che c’è una forte mancanza di fiducia tra i cittadini sulla giustizia e l’imparzialità del vecchio modello di Isds”, e visto che “i Paesi europei sono quelli che fanno il maggior utilizzo di questo strumento, era logico che fossimo noi a guidarne la modernizzazione”, ha dichiarato Cecilia Malmström. La commissaria al Commercio ha spiegato che il principio che ha guidato la progettazione dello strumento è stato che “per assicurarci che i cittadini possano avere fiducia nel nuovo meccanismo questo deve garantire la stessa affidabilità dei tribunali nazionali di cui la gente si fida”, e deve quindi essere “responsabile, trasparente e soggetto a principi democratici”.
Il tribunale sarà composto da giudici, “e non arbitri” ha specificato Malmström, e avrà possibilità di Appello. In tutto i giudici saranno 15 per il tribunale di prima istanza, 5 statunitensi, 5 europei e 5 da Paesi terzi, e 6 per l’appello, sempre ripartiti equamente tra Usa, Ue e Paesi terzi. I giudici verranno nominati da una commissione congiunta tra Usa e Ue e per ogni caso verranno scelti per sorteggio. I giudici dovranno avere elevate qualifiche, paragonabili a quelle richieste per i membri di tribunali internazionali permanenti come la Corte internazionale di giustizia o gli appelli al Wto. Per evitare conflitti di interesse i togati non potranno lavorare come avvocati in altri casi di arbitrati, ma potranno mantenere altri lavori. “Pensiamo a giudici in pensione o accademici di alto livello”, spiega una fonte della Commissione.
La capacità degli investitori di indire una causa dinanzi al Tribunale sarebbe definita e limitata ai casi come la discriminazione, esproprio senza indennizzo, o giustizia negata.
L’ambizione della Commissione è che, se questo tribunale dovesse essere realizzato, di inserirlo nei negoziati per tutti i futuri accordi bilaterali che l’Europa stipulerà, con l’obiettivo finale di trasformarlo in un tribunale non più bilaterale ma multilaterale.
La Commissione discuterà questa proposta con il Consiglio e il Parlamento europeo e una volta discusso verrà inserito nei negoziati in corso con Washington per il Ttip.