Bruxelles – Nel corso dei lunghi anni di crisi economico-finanziaria abbiamo imparato una cosa: se c’è un settore in grado di passare indenne, e anzi di rafforzarsi, è quello dell’economia digitale. Lo racconta bene Roberto Sommella, giornalista, scrittore e direttore delle relazioni esterne dell’Antitrust, in un recente saggio intitolato ‘Sboom. Sappiamo ancora sostenere il cambiamento?’.
L’autore descrive con numeri e dati oggettivi cosa sia accaduto all’economia globale, e a quella europea in particolare, in questi anni di recessione o, nel migliore dei casi, di crescita molto bassa. Il combinarsi della ‘Terza rivoluzione industriale’ – quella dell’Internet delle cose, per dirla con Jeremy Rifkin – con i problemi di governance economica dell’Europa hanno prodotto un aumento dei divari sociali, con i ricchi sempre più ricchi e l’esercito dei poveri rimpinguato da plotoni di forze fresche, scivolate in basso da una classe media sempre più erosa.
Anche l’industria del Vecchio Continente non sembra in grado di tenere il passo del cambiamento. “Lavora come se producesse cornette mentre tutto il resto viaggia alla velocità di un videogioco”, scrive Sommella ricordando che il telefono ci ha messo 75 anni a raggiungere 50 milioni di utenti” mentre Angry birds, un popolare videogame per smartphone, lo ha fatto in appena 35 giorni.
Quali sono le cause che impediscono all’Europa di viaggiare alla stessa velocità rispetto al resto del mondo? E Quali le soluzioni possibili? Dopo ‘l’Euro è di tutti’, Sommella ci accompagna, con una lettura snella e piacevole, in una riflessione su quale direzione imboccare, nell’Eurozona e più in generale in Europa, per tornare a crescere e riacquistare quel ruolo di primo piano che la storia ha sempre attribuito al nostro Continente.