Bruxelles – Non nasconde il suo disappunto per la conclusione del Consiglio di ieri sui rifugiati, “sono molto deluso, mi aspettavo più supporto” dice, ma assicura la determinazione della Commissione europea a raggiungere l’obiettivo del ricollocamento di 160mila rifugiati, come proposto dal presidente Jean-Claude Juncker. Il commissario all’Immigrazione, Dimitris Avramopoulos, in audizione al Parlamento europeo annuncia però che dopo l’approvazione della prima parte del piano, quella dei 40mila profughi da far partire da Italia e Grecia, “i primi ricollocamenti inizieranno subito, partiremo con i richiedenti asilo più vulnerabili”.
La crisi dei rifugiati, per il commissario, è “un crash test per i valori europei”, con il mondo “che ci guarda e si aspetta che siamo capaci di affrontarla”, per questo “è tempo per tutti di prendersi le proprie responsabilità”, soprattutto quegli Stati che al Consiglio Ue di ieri “hanno ragionato pensando di più agli interessi nazionali che in un’ottica europea”. Avramopoulos ha sottolineato che l’accoglienza dei rifugiati “è un modo efficace per combattere l’Isis, perché invia al mondo una immagine positiva dell’Europa”, mentre respingerli “soprattutto adducendo la motivazione che sono musulmani, è un grande aiuto alla propaganda degli estremisti islamici”.
Federica Mogherini, durante il dibattito con i deputati, ha invitato i Paesi Europeri a “guardare le cose in prospettiva”, ricordando che il numero dei rifugiati che arrivano in Europa “rappresentano solo lo 0,1% della nostra popolazione, mentre quelli che sono in Libano rappresentano il 25% della loro”. Insomma se un Paese più piccolo e povero riesce a fare un tale sforzo a maggior ragione ci può riuscire anche l’Europa. L’Alto rappresentante per la politica Estera dell’Ue, ha invitato tutti a usare le parole giuste, perché “le parole sono importanti. Se definiamo quella in atto come crisi immigrazione è una cosa, se parliamo di crisi dei rifugiati è un’altra”. Le parole giuste aiutano l’opinione pubblica ad avere una giusta percezione di cosa sta avvenendo. Per questo bisogna anche essere onesti e dire che la situazione non si risolverà presto. “Quella in atto non è un’emergenza, ma un’urgenza che si protrarrà ancora a lungo”, afferma Mogherini ribadendo è necessario lavorare “alla radice del problema migratorio, tenendo presente che le principali cause dell’emigrazione sono guerra e povertà”, a cui, ha avvertito Mogherini, “presto si aggiungerà, e in parte lo ha già fatto, il cambiamento climatico”.