Roma – Fare dell’Ue una unione federale di Stati: è questo l’obiettivo verso il quale tende il documento firmato oggi a Roma dalla presidente della Camera Laura Boldrini insieme con i suo colleghi del Bundestag tedesco, Christopher Lammert, dell’Assemblée nationale francaise, Claude Bartolone, e della Chambre des députés del Lussemburgo, Mars Di Bartolomeo.
Il documento congiunto è rivolto agli altri partner dell’Unione perché si acceleri il percorso di integrazione politica, nella convinzione che ciò “permetterà al nostro Continente di affrontare con successo problemi globali quali gli sfollamenti forzati e i flussi migratori recenti, il cambiamento climatico, il diffondersi di conflitti e terrorismo, l’instabilità dei mercati monetari e finanziari, la concorrenza delle economie emergenti e la necessità di diversificare e coordinare le fonti energetiche”. Riguardo all’Unione economica e monetaria, la dichiarazione si sofferma sulla necessità di creare “un’autentica unione finanziaria e fiscale”, e di “rafforzare le istituzioni di controllo e operare per garantire reale trasparenza e legittimità democratica” delle decisioni che vengono prese.
“Siamo convinti che una maggiore integrazione politica europea sia la strada giusta per dare un futuro migliore ai nostri figli e per rispondere a quanti utilizzano l’Europa come capro espiatorio per alimentare populismo e xenofobia”, ha dichiarato Boldrini nel corso della cerimonia. Costruire una Europa federale non è semplice, ha proseguito, indicando però che “non c’è alternativa” a questo percorso “se vogliamo affrontare le sfide della globalizzazione, trasformare questa crisi epocale in una opportunità, sconfiggere lo scetticismo e infondere un rinnovato entusiasmo, specialmente nelle giovani generazioni”. Dunque è necessario “riprendere il cammino verso gli Stati uniti d’Europa”, ha concluso.
“Il nostro appello intende ristabilire un equilibrio tra la dimensione economica e quella sociale”, oltre che “tra le istituzioni europee e i parlamenti nazionali”, ha sintetizzato Di Bartolomeo. Il suo collega francese ha indicato una rotta che punti al “trasferimento di nuove prerogative all’Ue”, ma proseguendo “di pari passo con il rafforzamento del ruolo dei parlamenti nazionali nel processo decisionale europeo”. Il punto è creare quell’impalcatura politica comune che finora è mancata perché si è privilegiata la dimensione economica. Anche chi pensa solo a quest’ultimo aspetto, ha ammonito il tedesco Lammert, “deve capire che gli obiettivi economici non possono essere realizzati senza rafforzare la dimensione politica”.
Prima della cerimonia, i quattro presidenti si erano recati al Quirinale, dove hanno consegnato la dichiarazione congiunta al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Accogliendoli, il capo dello Stato ha definito il documento “prezioso per rilanciare con forza la prospettiva dell’integrazione europea”. Un compito che chiama in causa “tutti i Paesi dell’Unione”, ma per il quale “i Paesi fondatori hanno una responsabilità particolare”. L’auspicio di Mattarella “è che alle firme dei Parlamenti dei quattro Paesi fondatori seguano quelle degli altri Parlamenti. Questo atto darebbe forte impulso all’integrazione europea, ha concluso.