Bruxelles – Il Parlamento spinge per regole più stringenti per assicurare che gli europei non trovino nei loro piatti carne proveniente da animali clonati. La Plenaria di Strasburgo ha approvato in prima lettura, con 529 voti a favore, 120 contrari e 57 astensioni, la relazione che chiede di rafforzare la proposta della Commissione sul divieto di clonazione animale, includendo il divieto di importazione nell’Unione europea di tutti gli animali, i loro discendenti e i prodotti da essi derivati. Al momento in Europa gli animali clonati non sono ancora entrati nella catena alimentare, ma nella legislazione non vige neanche un chiaro divieto e per questo si sta studiando una regolamentazione apposita.
“Dobbiamo prendere in considerazione l’impatto sulla salute degli animali, ma anche sulla salute umana. Questa relazione invia ai nostri partner commerciali il messaggio che non siamo disposti a mettere la nostra salute, la salute delle nostre famiglie e delle generazioni future in gioco, utilizzando prodotti di dubbia qualità di questo tipo”, ha dichiarato la co-relatrice per la commissione Agricoltura, l’italiana Giulia Moi del Movimento 5 Stelle (Efdd). “Ritengo che la clonazione di animali a fini di produzione alimentare metta a rischio l’essenza stessa del modello agricolo europeo, basato sulla qualità dei prodotti, sulla sicurezza alimentare, sulla salute dei consumatori, su regole rigorose in materia di benessere degli animali e sull’impiego di metodi rispettosi dell’ambiente”, ha aggiunto Moi.
“La tecnica di clonazione non è completamente matura e in effetti non sono stati compiuti ulteriori progressi. Il tasso di mortalità rimane altrettanto elevato. Molti degli animali che nascono vivi, muoiono nelle prime settimane, e muoiono dolorosamente. Dovremmo permettere ciò?”, si è chiesta la co-relatrice per la commissione Ambiente, la tedesca Renate Sommer del Ppe.
Strasburgo chiede che il divieto di importazioni riguardi anche gli animali che sono già derivati da cloni, tecnica consentita in alcuni Paesi terzi, e per questo afferma che si dovrebbero richiedere certificati appositi. Il divieto si dovrebbe applicare anche alle importazioni di materiale germinale e di alimenti e mangimi di origine animale da animali clonati.
I deputati sottolineano che l’alto tasso di mortalità in tutte le fasi della clonazione è all’origine di forti controversie sotto l’aspetto etico e del benessere animale. Secondo gli accertamenti dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) del 2008, la salute e il benessere dei cloni sono compromessi, spesso in maniera grave e con esito letale. Questo comporta tassi insufficienti di clonazioni che riescono ad essere portate a termine (6-15% per i bovini e 6% per i suini), e ciò rende necessario l’impianto di embrioni clonati in diverse madri surrogate per poter ottenere una nascita. Inoltre, le anomalie nei cloni e le dimensioni insolitamente grandi dei feti provocano parti difficili e molti decessi alla nascita.
Il testo, che ora sarà oggetto di trattative con gli Stati membri, si propone come un regolamento che dovrà essere applicato direttamente in tutti gli Stati membri, e non come direttiva, che richiederebbe invece un’ulteriore normativa a livello nazionale.