Bruxelles – La parte del leone la dovranno fare Germania, Francia e Spagna a cui spetterà accogliere, da soli, circa il 60% dei 120mila rifugiati da ricollocare. Dovrebbe essere questa, secondo le indiscrezioni, la ripartizione immaginata dalla Commissione europea per alleggerire dal “peso” dei moltissimi richiedenti asilo i tre Paesi più colpiti: Italia, Grecia e questa volta anche Ungheria. Alla Germania, da sola, dovrebbe essere richiesta l’accoglienza di 31.443 migranti (oltre il 26% dei 120mila), alla Francia di 24mila (20%) e alla Spagna di quasi 15mila.
A confermare la cifra per la Francia, lo stesso presidente francese, François Hollande: “La Commissione europea proporrà una ripartizione di 120.000 profughi da accogliere nei prossimi due anni. Significa 24.000 per la Francia. E noi lo faremo”, ha spiegato in conferenza stampa all’Eliseo sottolineando la necessità di “far fronte all’afflusso dei profughi con umanità e responsabilità”.
E se la Francia non darà problemi, molti di più potrebbe darne la Spagna, che già quando l’esecutivo Ue tentò di convincere i Paesi membri a redistribuire 40mila migranti da Italia e Grecia, sollevò non poche obiezioni sui criteri utilizzati dalla Commissione, sostenendo che Madrid ha già fatto sul fronte immigrazione sforzi consistenti. Ancora peggio andrà senza dubbio con la Polonia, quarto Paese per numero di rifugiati da accogliere secondo la Commissione Ue (oltre 9mila). Varsavia si è già dichiarata, insieme ad Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia, fermamente contraria a un meccanismo di quote. A questi Paesi si aggiungeranno con ogni probabilità le tre repubbliche Baltiche, dunque la battaglia sul via libera al meccanismo emergenziale di ricollocazione dei 120mila, che deve essere approvato a maggioranza qualificata in Consiglio, si preannuncia accesa.
I rifugiati previsti da questo piano della Commissione andranno a sommarsi a quei 32mila che gli Stati avevano accettato di accogliere a giungo (quando non si era riusciti a raggiungere un accordo su 40mila). Diversamente da allora, quando l’Italia era lo Stato che doveva essere “alleggerito” del maggior numero di migranti (24mila contro i 16mila della Grecia), qui il nostro Paese dovrebbe essere considerato come quello meno bisognoso di aiuto. I moltissimi arrivi degli ultimi mesi in Ungheria e Grecia hanno cambiato gli equilibri, orientando la Commissione Ue a proporre di spostare 54mila rifugiati dall’Ungheria, 50.400 dalla Grecia e 15.600 dall’Italia.
La tenuta dell’Ue sulla redistribuzione dei rifugiati è un banco di prova cruciale ma sul tema “c’è un cambio di segno e di passo significativo”. Ne è convinto il premier, Matteo Renzi, che ha espresso il giudizio positivo nel corso di un colloquio telefonico con la cancelliera tedesca, Angela Merkel. Il presidente del Consiglio ha espresso soddisfazione per la posizione tedesca e per quelle di alcuni altri Paesi europei in questi giorni. Secondo il premier si tratta di “un cambio di passo significativo rispetto a soli pochi mesi fa”. Una maggiore apertura di cui “l’Italia non può che essere felice e orgogliosa”.
E l’impegno della Germania, dove oggi dovrebbero arrivare altri 10mila migranti, continua: la coalizione di governo tedesca guidata dalla cancelliera Angela Merkel ha deciso di destinare 6 miliardi di euro alla gestione della crisi dei migranti. Il pacchetto di misure, concordato al termine di colloqui che si sono protratti nella notte, è suddiviso in una parte equivalente a tre miliardi di euro a livello di bilancio federale ed una di 3 miliardi da destinare agli stati e governi locali per gestire in loco l’accoglienza dei migranti. Il fenomeno migratorio di questi giorni “impegnerà la Germania anche in futuro, e cambierà il Paese”, ammette intanto Merkel, chiedendo che tutti si impegnino per “fare in modo che questo cambiamento sia positivo”. Berlino ha anche chiesto un vertice straordinario dei capi di Stato e di governo Ue che potrebbe tenersi la prossima settimana, dopo la riunione dei ministri degli Interni e della Giustizia fissata per lunedì.
Hollande propone intanto la convocazione di una “conferenza internazionale per i rifugiati” proponendo che sia proprio Parigi ad accoglierla. Nel frattempo, ribadisce però, servono “centri di registrazione per permettere l’iscrizione e l’identificazione” dei migranti che arrivano nel continente europeo e per chi è già arrivato e ha diritto d’asilo serve “un meccanismo di ripartizione permanente e obbligatorio”.