Bruxelles – Quattromila rifugiati siriani che oggi sono nei campi delle Nazioni Unite potranno trovare rifugio in Gran Bretagna. Dopo la valanga di critiche subite per le sue politiche nei confronti dei migranti, David Cameron corre ai ripari. Sulla spinta emotiva della foto del piccolo siriano trovato morto sulle spiagge turche, il pressing nei suoi confronti si è fatto fortissimo tanto da parte del Partito laburista quanto dagli stessi conservatori. 130mila persone hanno anche firmato una petizione online, perché il Regno Unito fornisca asilo a un maggior numero di rifugiati. Così oggi l’annuncio: il Paese si farà carico di “migliaia” di rifugiati in più, ha assicurato Cameron nel corso di una conferenza stampa con il premier portoghese a Lisbona. I dettagli del piano saranno precisati dal governo britannico solo la prossima settimana ma l’Alto Commissariato Onu per i rifugiati ha anticipato che si tratterà di 4mila rifugiati siriani.
“Abbiamo già accolto circa 5mila siriani”, ha rivendicato il premier, aggiungendo che è stato introdotto un progetto per aiutare quelli particolarmente a rischio. I nuovi rifugiati che saranno accolti arriveranno dai campi delle Nazioni Unite al confine con la Siria e non saranno quindi parte delle migliaia già arrivate in Europa. La Gran Bretagna pare dunque intenzionata a continuare a non contribuire alla redistribuzione di rifugiati tra i Paesi Ue su cui la Commissione europea avanzerà la prossima settimana una nuova proposta. L’intervento umanitario di Londra, ha sottolineato Cameron, è fatto “con la testa e con il cuore”: “Vogliamo offrire loro una via diretta e sicura per il Regno Unito – ha spiegato – e non rischiare viaggi pericolosi che sono già costati così tante vite”.
Il contributo britannico dovrebbe essere anche economico: Londra metterà a disposizione ulteriori 100 milioni di sterline (136 milioni di euro) di aiuti umanitari per i profughi siriani, ha fatto anche sapere il premier. Lo sforzo di Londra supera così il miliardo di sterline: è il maggiore impegno di sempre della Gran Bretagna in una emergenza umanitaria. Fino a questo momento Cameron si era mostrato inflessibile sul tema immigrazione. Solo pochi giorni fa dichiarava che la risposta alla crisi non può essere accogliere sempre più rifugiati, ma portare pace e stabilità in Medioriente. Una risposta giudicata da molti inadeguata. Di fronte ai disperati accampati a Calais per tentare di arrivare nel Paese rischiando la vita nell’Eurotunnel sotto la manica ribadiva che la Gran Bretagna non è un rifugio per migranti e che i confini sarebbero stati resi più sicuri. In un’uscita che aveva scatenato polemiche unanimi aveva anche parlato dei migranti come di “uno sciame” da respingere.