Bruxelles – Non un ripensamento, non un’esitazione. Il premier ungherese Viktor Orban, come sempre, tira dritto per la sua strada e, chiamato a Bruxelles dai leader europei infuriati per la gestione ungherese dell’emergenza immigrazione, invece che difendersi accusa. “Noi ungheresi abbiamo paura perché vediamo che i leader europei non sono capaci di controllare la situazione”. Di più: “Quello che sta accadendo è una vergogna, è caotico, non è europeo. Il senso di essere europeo è tenere le situazioni sotto controllo in modo civile”. Tutto il contrario di quello che sta succedendo. In questo marasma, l’Ungheria, è convinto Orban, sta semplicemente, a differenza degli altri, applicando i regolamenti che chiariscono che “controllare le frontiere esterne è responsabilità e compito obbligatorio degli Stati membri che sono al confine della zona Schengen”.
Poi un colpo alla Germania, colpevole, secondo Orban di avere sospeso Dublino per i Siriani creando un’ondata di profughi che spinge per raggiungere il Paese: “Il problema non è europeo, è tedesco, nessuno vuole stare in Ungheria, né in Slovaccia o Polonia o Estonia. Vogliono tutti andare in Germania”. Se però restano bloccati, come sta accadendo in questi giorni alle stazioni ungheresi nella vana speranza di potere salire su un treno verso Berlino, è perché “Merkel insiste che nessuno non registrato può partire”. E questo fa l’Ungheria: rispetta le regole. E lo farà con rigore ancora maggiore a partire dal 15 settembre quando entreranno in vigore le nuove misure messe a punto, che prevedono, tra l’altro, anche il carcere per chi entra illegalmente nel Paese.
Non una pedissequa applicazione dei trattati quella ungherese, ma una scelta fatta per il bene dell’Ue, assicura Orban. Se non siamo in grado di difendere i confini esterni “sarà a rischio la zona Schengen” perché “ogni Stato dirà: dobbiamo farlo a livello nazionale, mettendo in discussione la libertà di movimento”. Questa, insiste, è la vera priorità e non la discussione su un sistema di quote di ripartizione dei migranti tra gli Stati, sottolinea Orban, annunciando battaglia su una misura che sarà al centro delle proposte della Commissione europea nei prossimi giorni: “Va nella direzione sbagliata”, insiste, perché “è un invito a quelli che vogliono venire”.
Invito che l’Europa non è in grado di mantenere. Dire: “Venite, siamo pronti ad accettare tutti sarebbe un fallimento morale perché non è così”, chiarisce Orban. A chi gli chiede se abbia visto la foto del piccolo siriano annegato sulle spiagge turche che sta commuovendo il mondo, risponde che l’unico metodo per evitare simili drammi è inviare a il messaggio: “Per favore, non venite. Perché dovete venire dalla Turchia all’Europa? La Turchia è un Paese sicuro, state lì, venire è rischioso” per “le vostre famiglie, i vostri bambini”. Insomma, assicura Orban, “difendere i confini esterni è anche un compito umano perché non vogliamo falsificare le speranze di queste persone”. Che restino “in Turchia, in Serbia o nei molti Paesi sicuri tra le loro regioni e l’Europa”.