Roma – “I migranti che hanno diritto all’asilo li prendiamo e li distribuiamo equamente in Europa. Ma nessun profugo ha il diritto di scegliere il Paese in cui vuole essere ospitato e protetto”. Per il ministro dell’Interno Angelino Alfano questa decisione spetta all’Ue. A suo avviso è l’unico modo per evitare che i richiedenti protezione internazionale si concentrino in pochi Paesi. Una visione diametralmente opposta a quella del premier ungherese Victor Orban, che oggi a Bruxelles ha relegato la questione dell’accoglienza dei rifugiati a “problema della Germania” perché è lì che tutti vogliono andare.
Alfano ricorda che “Germania e Francia si sono associate a noi per la richiesta di un’equa distribuzione dei migranti”, con il documento inviato ieri all’Alto rappresentante Federica Mogherini. Questo, insieme con il nuovo piano di cui si sta discutendo nell’Ue per riallocare 132 mila rifugiati, secondo il numero uno del Viminale è segno che “solo ora tutti stanno capendo che avevamo ragione sui migranti”.
Il titolare dell’Interno punta il dito sulla crisi libica, responsabile “del 90% degli sbarchi” sulle nostre coste. Non esprime un giudizio positivo del defunto Mu’ammar Gheddafi, ma ricorda che il problema è esploso da quando l’ex rais di Tripoli è stato deposto. Di conseguenza, per Alfano, la questione deve essere presa in carico dalla “stessa comunità internazionale che mandò a casa Gheddafi, anzi, lo mandò al cimitero”. Oltre all’Unione europea, dunque, il ministro è convinto che sia l’intera comunità internazionale a doversi fare carico di una “dichiarazione di guerra a questa macabra agenzia di viaggi”, fatta da scafisti che agiscono come “tour operator assassini e criminali”.